Vaticano
(a cura Redazione "Il sismografo")*** Udienze
*** Messa a Santa Marta: omelia del Santo Padre
Sollecitato dalla liturgia quotidiana, Francesco è tornato a parlare della Chiesa e dei rischi che corre quando si fa vincere dalla tentazione della mondanità: invece di essere fedele al Signore, si lascia sedurre dai soldi e dal potere.
Nell’omelia tenuta durante la messa a Santa Marta, venerdì 20 novembre, il Papa ha fatto notare come «in questi ultimi giorni» la Chiesa ci abbia fatto riflettere «sul processo di mondanità, di apostasia che finisce nella persecuzione». Le Scritture hanno proposto alla riflessione «quella mondanità del popolo di Dio che voleva cambiare l’alleanza con le usanze di tutta la gente pagana».
- “I capi del Tempio, i capi dei sacerdoti – dice il Vangelo – e gli scribi avevano cambiato un po’ le cose. Erano entrati in un processo di degrado e avevano reso ‘sporco’ il Tempio. Avevano sporcato il Tempio! Il Tempio è un’icona della Chiesa. La Chiesa sempre – sempre! – subirà la tentazione della mondanità e la tentazione di un potere che non è il potere che Gesù Cristo vuole per lei! Gesù non dice: ‘No, non si fa questo. Fatelo fuori’. Dice: ‘Voi avete fatto un covo di ladri qui!’. E quando la Chiesa entra in questo processo di degrado la fine è molto brutta. Molto brutta!”.
- “Sempre c’è nella Chiesa la tentazione della corruzione. E’ quando la Chiesa, invece di essere attaccata alla fedeltà al Signore Gesù, al Signore della pace, della gioia, della salvezza, quando invece di fare questo è attaccata ai soldi e al potere. Questo succede qui, in questo Vangelo. Questi capi dei sacerdoti, questi scribi erano attaccati ai soldi, al potere e avevano dimenticato lo spirito. E per giustificarsi e dire che erano giusti, che erano buoni, avevano cambiato lo spirito di libertà del Signore con la rigidità. E Gesù, nel capitolo 23 di Matteo, parla di questa loro rigidità. La gente aveva perso il senso di Dio, anche la capacità di gioia, anche la capacità di lode: non sapevano lodare Dio, perché erano attaccati ai soldi e al potere, ad una forma di mondanità, come l’altro nell’Antico Testamento”.
- “Gesù caccia via dal Tempio non i sacerdoti, gli scribi; caccia via questi che facevano affari, gli affaristi del Tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi erano collegati con loro: c’era la ‘santa tangente’ lì! Ricevevano da questi, erano attaccati ai soldi e veneravano questa santa. Il Vangelo è molto forte. Dice: ‘I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire a Gesù e così anche i capi del popolo’. Lo stesso che era accaduto al tempo di Giuda Maccabeo. E perché? Per questo motivo: ‘Ma non sapevano che cosa fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo’. La forza di Gesù era la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per la corruzione! E questa è la lotta di ognuno di noi, questa è la lotta quotidiana della Chiesa: sempre Gesù, sempre con Gesù, sempre pendenti dalle sue labbra, per sentire la sua parola; e mai cercare sicurezze dove ci sono cose di un altro padrone. Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o Dio o le ricchezze; o Dio o il potere”.
- “Ci farà bene – conclude il Papa - pregare per la Chiesa. Pensare ai tanti martiri di oggi che, per non entrare in questo spirito di mondanità, di pensiero unico, di apostasia, soffrono e muoiono. Oggi! Oggi ci sono più martiri nella Chiesa che nei primi tempi. Pensiamo. Ci farà bene pensare a loro. E anche chiedere la grazia mai, mai di entrare in questo processo di degrado verso la mondanità che ci porta all’attaccamento ai soldi e al potere”.
*** Udienza ai partecipanti al Convegno promosso dalla Congregazione per il Clero in occasione del 50.mo anniversario dei Decreti Conciliari “Optatam totius” e “Presbyterorum ordinis”
Signori Cardinali,
cari fratelli Vescovi e sacerdoti,
fratelli e sorelle,
rivolgo a ciascuno un cordiale saluto ed esprimo un sincero ringraziamento a Lei, Cardinale Stella, e alla Congregazione per il Clero, che mi hanno invitato a partecipare a questo Convegno, a cinquant’anni dalla promulgazione dei Decreti conciliari Optatam totius e Presbyterorum ordinis.
Mi scuso di aver cambiato il primo progetto, che era che venissi io da voi, ma avete visto che il tempo non c’era e anche qui sono arrivato in ritardo!
Non si tratta di una “rievocazione storica”. Questi due Decreti sono un seme, che il Concilio ha gettato nel campo della vita della Chiesa; nel corso di questi cinque decenni essi sono cresciuti, sono diventati una pianta rigogliosa, certamente con qualche foglia secca, ma soprattutto con tanti fiori e frutti che abbelliscono la Chiesa di oggi.
(Testo)
*** Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Federale di Germania. Discorso di Papa Francesco
Cari confratelli,
sono lieto di potervi salutare qui in Vaticano, in occasione della vostra Visita ad limina. Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli è un momento importante nella vita di ogni Vescovo. Significa un rinnovamento del vincolo con la Chiesa universale, la quale procede attraverso lo spazio e il tempo come popolo di Dio in cammino, portando fedelmente il patrimonio della fede nel corso dei secoli e a tutti i popoli. Ringrazio di cuore il Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il Cardinale Reinhard Marx, per le sue cortesi parole di saluto. A tutti voi esprimo la mia riconoscenza perché mi aiutate a portare avanti il Ministero di Pietro tramite la vostra preghiera e il vostro operato nelle Chiese particolari. Vi ringrazio in modo speciale per il grande sostegno che la Chiesa in Germania, attraverso molti opere caritative, offre agli uomini in tutto il mondo.
(Testo)
*** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Presidente della Repubblica di Ucraina.
[Text: Italiano, Français, English, Español]
Nell’omelia tenuta durante la messa a Santa Marta, venerdì 20 novembre, il Papa ha fatto notare come «in questi ultimi giorni» la Chiesa ci abbia fatto riflettere «sul processo di mondanità, di apostasia che finisce nella persecuzione». Le Scritture hanno proposto alla riflessione «quella mondanità del popolo di Dio che voleva cambiare l’alleanza con le usanze di tutta la gente pagana».
- “I capi del Tempio, i capi dei sacerdoti – dice il Vangelo – e gli scribi avevano cambiato un po’ le cose. Erano entrati in un processo di degrado e avevano reso ‘sporco’ il Tempio. Avevano sporcato il Tempio! Il Tempio è un’icona della Chiesa. La Chiesa sempre – sempre! – subirà la tentazione della mondanità e la tentazione di un potere che non è il potere che Gesù Cristo vuole per lei! Gesù non dice: ‘No, non si fa questo. Fatelo fuori’. Dice: ‘Voi avete fatto un covo di ladri qui!’. E quando la Chiesa entra in questo processo di degrado la fine è molto brutta. Molto brutta!”.
- “Sempre c’è nella Chiesa la tentazione della corruzione. E’ quando la Chiesa, invece di essere attaccata alla fedeltà al Signore Gesù, al Signore della pace, della gioia, della salvezza, quando invece di fare questo è attaccata ai soldi e al potere. Questo succede qui, in questo Vangelo. Questi capi dei sacerdoti, questi scribi erano attaccati ai soldi, al potere e avevano dimenticato lo spirito. E per giustificarsi e dire che erano giusti, che erano buoni, avevano cambiato lo spirito di libertà del Signore con la rigidità. E Gesù, nel capitolo 23 di Matteo, parla di questa loro rigidità. La gente aveva perso il senso di Dio, anche la capacità di gioia, anche la capacità di lode: non sapevano lodare Dio, perché erano attaccati ai soldi e al potere, ad una forma di mondanità, come l’altro nell’Antico Testamento”.
- “Gesù caccia via dal Tempio non i sacerdoti, gli scribi; caccia via questi che facevano affari, gli affaristi del Tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi erano collegati con loro: c’era la ‘santa tangente’ lì! Ricevevano da questi, erano attaccati ai soldi e veneravano questa santa. Il Vangelo è molto forte. Dice: ‘I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire a Gesù e così anche i capi del popolo’. Lo stesso che era accaduto al tempo di Giuda Maccabeo. E perché? Per questo motivo: ‘Ma non sapevano che cosa fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo’. La forza di Gesù era la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per la corruzione! E questa è la lotta di ognuno di noi, questa è la lotta quotidiana della Chiesa: sempre Gesù, sempre con Gesù, sempre pendenti dalle sue labbra, per sentire la sua parola; e mai cercare sicurezze dove ci sono cose di un altro padrone. Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o Dio o le ricchezze; o Dio o il potere”.
- “Ci farà bene – conclude il Papa - pregare per la Chiesa. Pensare ai tanti martiri di oggi che, per non entrare in questo spirito di mondanità, di pensiero unico, di apostasia, soffrono e muoiono. Oggi! Oggi ci sono più martiri nella Chiesa che nei primi tempi. Pensiamo. Ci farà bene pensare a loro. E anche chiedere la grazia mai, mai di entrare in questo processo di degrado verso la mondanità che ci porta all’attaccamento ai soldi e al potere”.
*** Udienza ai partecipanti al Convegno promosso dalla Congregazione per il Clero in occasione del 50.mo anniversario dei Decreti Conciliari “Optatam totius” e “Presbyterorum ordinis”
Signori Cardinali,
cari fratelli Vescovi e sacerdoti,
fratelli e sorelle,
rivolgo a ciascuno un cordiale saluto ed esprimo un sincero ringraziamento a Lei, Cardinale Stella, e alla Congregazione per il Clero, che mi hanno invitato a partecipare a questo Convegno, a cinquant’anni dalla promulgazione dei Decreti conciliari Optatam totius e Presbyterorum ordinis.
Mi scuso di aver cambiato il primo progetto, che era che venissi io da voi, ma avete visto che il tempo non c’era e anche qui sono arrivato in ritardo!
Non si tratta di una “rievocazione storica”. Questi due Decreti sono un seme, che il Concilio ha gettato nel campo della vita della Chiesa; nel corso di questi cinque decenni essi sono cresciuti, sono diventati una pianta rigogliosa, certamente con qualche foglia secca, ma soprattutto con tanti fiori e frutti che abbelliscono la Chiesa di oggi.
(Testo)
*** Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Federale di Germania. Discorso di Papa Francesco
Cari confratelli,
sono lieto di potervi salutare qui in Vaticano, in occasione della vostra Visita ad limina. Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli è un momento importante nella vita di ogni Vescovo. Significa un rinnovamento del vincolo con la Chiesa universale, la quale procede attraverso lo spazio e il tempo come popolo di Dio in cammino, portando fedelmente il patrimonio della fede nel corso dei secoli e a tutti i popoli. Ringrazio di cuore il Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il Cardinale Reinhard Marx, per le sue cortesi parole di saluto. A tutti voi esprimo la mia riconoscenza perché mi aiutate a portare avanti il Ministero di Pietro tramite la vostra preghiera e il vostro operato nelle Chiese particolari. Vi ringrazio in modo speciale per il grande sostegno che la Chiesa in Germania, attraverso molti opere caritative, offre agli uomini in tutto il mondo.
(Testo)
*** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Presidente della Repubblica di Ucraina.
[Text: Italiano, Français, English, Español]