Vaticano
Vatileaks, giudizio di corsa entro il Giubileo
Fatto Quotidiano
(Carlo Tecce) Celeri, non teneri. Il magistrato vaticano ha rinviato a giudizio gli indagati di Vati leaks II, inchiesta conclusa rapidamente per emettere condanne o assoluzioni entro il Giubileo (8 dicembre) o giù di lì. Anche gli imputati del processo - prima udienza il 24 di novembre - sono scontati: il monsignore spagnolo Luis Angel Vallejo Balda, l' ex consulente papale Francesca Immacolata Chaouqui, i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori di Avarizia e Via Crucis.
C'è un quinto nome, di rilievo inferiore, almeno mediatico: si chiama Nicola Maio, un collaboratore di Vallejo Balda durante l' anno di Cosea, la Commissione di nomina papale che ha esaminato bilanci e proposto soluzioni. Vallejo Balda era il segretario di Cosea, la Chaouqui l'unica donna e laica. Ai cinque viene contestato il reato previsto dall' articolo 116 bis del codice penale vaticano: diffusione di documenti riservati, rischiano da 4 a 8 anni di detenzione, norma inasprita da papa Francesco. Perché Vatileaks I fu fatale per il sistema di potere del cardinale Tarcisio Bertone e pure per il pontificato di Joseph Ratzinger. Così Jorge Mario Bergoglio ha preteso maggiore durezza e, in pratica, autorizzato gli arresti di Vallejo Balda (che è ancora in cella in un palazzo dei gendarmi) e di Chaouqui (subito rilasciata dopo il fermo agli inizi di novembre). Il professore Gian Piero Milano, il promotore di giustizia vaticano, nel provvedimento svelato in queste ore, addebita anche l'associazione per delinquere a Maio, Vallejo Balda, Chaouqui: "Hanno formato un sodalizio criminale organizzato, dotato di una sua composizione e strut tura autonoma allo scopo di commettere più delitti di divulgazione di notizie concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede. Mentre Fittipaldi e Nuzzi sollecitavano ed esercitavano pressioni, soprattutto su Vallejo Balda, per ottenere documenti riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la redazione di due libri". Più che la fermezza contro Vatileaks, in queste settimane ha stupito l' accusa rivolta anche ai giornalisti e il silenzio di quasi tutti i politici e di molti sindacati. Fittipaldi è andato in Vaticano per l' interrogatorio, Nuzzi si è rifiutato. Ma è evidente che la Santa Sede non contempli la libertà di stampa e non disponga di un architrave come l' articolo 21 della Costituzione. Il portavoce padre Federico Lombardi, per il momento, ha escluso richieste di estradizione. Non servono. Il processo va avanti in contumacia in assenza dei cronisti, dipende dall'eventuale sentenza. Il tribunale vaticano non patisce gli ingorghi italiani e dunque il dibattimento sarà breve, anche perché per le difese i modi e i tempi sono molto stretti: il 24 (martedì) apertura del processo, il 28 mattina (sabato) limite per accogliere le difese, poi citazione dei testimoni. Ammessigliavvocati iscritti all' ordine vaticano. Il collegio sarà composto dal Giuseppe Dalla Torre (lo stesso del processo al maggiordomo di Ratzinger), dai giudici Piero An toni o Bonnet, Paolo Papanti-Pelletier e dal supplente Venerando Marano. Dice Fittipaldi: "È un processo contro la libertà di informazione". Nuzzi: "Non rinuncerò al mio dovere". Il verdetto sul maggiordomo Paolo Gabriele arrivò dopo solo quattro udienze, il 6 ottobre 2012. In una settimana. Gabriele rinunciò all' appello, fu portato in carcere il 25 di ottobre e poi graziato il 22 dicembre da Benedetto XVI.
Vatileaks, giudizio di corsa entro il Giubileo
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(Carlo Tecce) Celeri, non teneri. Il magistrato vaticano ha rinviato a giudizio gli indagati di Vati leaks II, inchiesta conclusa rapidamente per emettere condanne o assoluzioni entro il Giubileo (8 dicembre) o giù di lì. Anche gli imputati del processo - prima udienza il 24 di novembre - sono scontati: il monsignore spagnolo Luis Angel Vallejo Balda, l' ex consulente papale Francesca Immacolata Chaouqui, i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori di Avarizia e Via Crucis.
C'è un quinto nome, di rilievo inferiore, almeno mediatico: si chiama Nicola Maio, un collaboratore di Vallejo Balda durante l' anno di Cosea, la Commissione di nomina papale che ha esaminato bilanci e proposto soluzioni. Vallejo Balda era il segretario di Cosea, la Chaouqui l'unica donna e laica. Ai cinque viene contestato il reato previsto dall' articolo 116 bis del codice penale vaticano: diffusione di documenti riservati, rischiano da 4 a 8 anni di detenzione, norma inasprita da papa Francesco. Perché Vatileaks I fu fatale per il sistema di potere del cardinale Tarcisio Bertone e pure per il pontificato di Joseph Ratzinger. Così Jorge Mario Bergoglio ha preteso maggiore durezza e, in pratica, autorizzato gli arresti di Vallejo Balda (che è ancora in cella in un palazzo dei gendarmi) e di Chaouqui (subito rilasciata dopo il fermo agli inizi di novembre). Il professore Gian Piero Milano, il promotore di giustizia vaticano, nel provvedimento svelato in queste ore, addebita anche l'associazione per delinquere a Maio, Vallejo Balda, Chaouqui: "Hanno formato un sodalizio criminale organizzato, dotato di una sua composizione e strut tura autonoma allo scopo di commettere più delitti di divulgazione di notizie concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede. Mentre Fittipaldi e Nuzzi sollecitavano ed esercitavano pressioni, soprattutto su Vallejo Balda, per ottenere documenti riservati, che poi in parte hanno utilizzato per la redazione di due libri". Più che la fermezza contro Vatileaks, in queste settimane ha stupito l' accusa rivolta anche ai giornalisti e il silenzio di quasi tutti i politici e di molti sindacati. Fittipaldi è andato in Vaticano per l' interrogatorio, Nuzzi si è rifiutato. Ma è evidente che la Santa Sede non contempli la libertà di stampa e non disponga di un architrave come l' articolo 21 della Costituzione. Il portavoce padre Federico Lombardi, per il momento, ha escluso richieste di estradizione. Non servono. Il processo va avanti in contumacia in assenza dei cronisti, dipende dall'eventuale sentenza. Il tribunale vaticano non patisce gli ingorghi italiani e dunque il dibattimento sarà breve, anche perché per le difese i modi e i tempi sono molto stretti: il 24 (martedì) apertura del processo, il 28 mattina (sabato) limite per accogliere le difese, poi citazione dei testimoni. Ammessigliavvocati iscritti all' ordine vaticano. Il collegio sarà composto dal Giuseppe Dalla Torre (lo stesso del processo al maggiordomo di Ratzinger), dai giudici Piero An toni o Bonnet, Paolo Papanti-Pelletier e dal supplente Venerando Marano. Dice Fittipaldi: "È un processo contro la libertà di informazione". Nuzzi: "Non rinuncerò al mio dovere". Il verdetto sul maggiordomo Paolo Gabriele arrivò dopo solo quattro udienze, il 6 ottobre 2012. In una settimana. Gabriele rinunciò all' appello, fu portato in carcere il 25 di ottobre e poi graziato il 22 dicembre da Benedetto XVI.