Vaticano
Una speranza per i bambini malati
L'Osservatore Romano
Una speranza per i bambini malati
L'Osservatore Romano
Con un’Ave Maria per la Chiesa italiana, che in queste ore sta dando vita a Firenze al suo convegno nazionale, Francesco ha aperto l’udienza generale in piazza San Pietro, proprio all’indomani della visita compiuta nel capoluogo toscano. Il Papa ha guidato la preghiera subito dopo aver compiuto il consueto giro con la jeep, sulla quale ha fatto anche salire tre bambini.
E proprio i bambini sono stati al centro di due particolari incontri di Francesco. Anzitutto, a presentargli «l’innovativo strumento inventato per facilitare il parto, se dovessero presentarsi problematiche per la mamma o il bambino», è venuto il meccanico argentino Jorge Odon. Con lui anche quanti stanno verificando le possibilità di applicazione pratica della sua invenzione. Ed era presente Flavia Bustreo, vice direttore generale per la salute della famiglia, delle donne e dei bambini presso l’Organizzazione mondiale della sanità. Inoltre al Papa è stata consegnata la Carta firmata a conclusione dell’incontro sulle cure palliative ai bambini colpiti da malattie non curabili. «È una parola di speranza» spiegano i promotori, sostenuti dalla Pontificia Accademia per la vita, «soprattutto per le famiglie che cercano di garantire la dignità della vita dei bambini, fino all’ultimo istante». A farsi portavoce di questa realtà è stata Sara Pavan, diciassettenne di Rovigo, affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che la costringe su un lettino e a essere attaccata a un ventilatore per respirare. Sara ha “comunicato” al Papa, attraverso i suoi genitori, la propria storia e i suoi sforzi «per una vita comunque normale, per quanto è possibile». A Francesco ha anche confessato «il desiderio di vedere sempre più hospice pediatrici per i bambini malati terminali o inguaribili». Certo, è il pensiero di Sara, «avrei desiderato camminare, correre e saltare, ma ho imparato a farlo con la fantasia e, in fin dei conti, considero la malattia come un dono che mi ha dato l’opportunità di conoscere persone meravigliose».
Particolarmente significativa, poi, la presenza del Gruppo ecumenico di Farfa Sabina che vede insieme luterani e cattolici, in una prospettiva comune di ricerca e studio. Il Gruppo ha presentato stamani a Francesco i contenuti del testo Communion of Churches and Petrine Ministry. Lutheran-Catholic Convergences. «Si tratta — spiegano — di un passo avanti che apre una possibilità di comprensione e accettazione reciproca».
Inoltre Francesco ha incontrato Elly Kleinman, personalità di spicco della comunità ebraica statunitense e presidente dell’Holocaust Education Center di New York, venuto per promuovere un progetto di collaborazione con la Santa Sede.
Tra i numerosi argentini, anche il pittore Rafael Néstor Guerrero, autore di un ritratto di Francesco.
Inoltre, all’arco delle campane, il Papa ha salutato Jaime Escobar Martínez, coordinatore della rivista «Reflexión y liberación» fondata a Santiago del Cile dal gesuita José Aldunate. Richiamandosi alla testimonianza del cardinale Raúl Silva Henríquez (1907-1999), la pubblicazione si rivolge in modo particolare al laicato e alla sua missione nella Chiesa. A Francesco è stato anche donato il volume fotografico Aventura de una fe, dedicato proprio al porporato cileno, sul quale la rivista, con la Fondazione Cardenal del pueblo, ha anche realizzato quattro documentari. Erano presenti Luis Badilla, direttore editoriale del sito internet Il sismografo, e il giornalista Francesco Gagliano.
L'Osservatore Romano, 12 novembre 2015.
E proprio i bambini sono stati al centro di due particolari incontri di Francesco. Anzitutto, a presentargli «l’innovativo strumento inventato per facilitare il parto, se dovessero presentarsi problematiche per la mamma o il bambino», è venuto il meccanico argentino Jorge Odon. Con lui anche quanti stanno verificando le possibilità di applicazione pratica della sua invenzione. Ed era presente Flavia Bustreo, vice direttore generale per la salute della famiglia, delle donne e dei bambini presso l’Organizzazione mondiale della sanità. Inoltre al Papa è stata consegnata la Carta firmata a conclusione dell’incontro sulle cure palliative ai bambini colpiti da malattie non curabili. «È una parola di speranza» spiegano i promotori, sostenuti dalla Pontificia Accademia per la vita, «soprattutto per le famiglie che cercano di garantire la dignità della vita dei bambini, fino all’ultimo istante». A farsi portavoce di questa realtà è stata Sara Pavan, diciassettenne di Rovigo, affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che la costringe su un lettino e a essere attaccata a un ventilatore per respirare. Sara ha “comunicato” al Papa, attraverso i suoi genitori, la propria storia e i suoi sforzi «per una vita comunque normale, per quanto è possibile». A Francesco ha anche confessato «il desiderio di vedere sempre più hospice pediatrici per i bambini malati terminali o inguaribili». Certo, è il pensiero di Sara, «avrei desiderato camminare, correre e saltare, ma ho imparato a farlo con la fantasia e, in fin dei conti, considero la malattia come un dono che mi ha dato l’opportunità di conoscere persone meravigliose».
Particolarmente significativa, poi, la presenza del Gruppo ecumenico di Farfa Sabina che vede insieme luterani e cattolici, in una prospettiva comune di ricerca e studio. Il Gruppo ha presentato stamani a Francesco i contenuti del testo Communion of Churches and Petrine Ministry. Lutheran-Catholic Convergences. «Si tratta — spiegano — di un passo avanti che apre una possibilità di comprensione e accettazione reciproca».
Inoltre Francesco ha incontrato Elly Kleinman, personalità di spicco della comunità ebraica statunitense e presidente dell’Holocaust Education Center di New York, venuto per promuovere un progetto di collaborazione con la Santa Sede.
Tra i numerosi argentini, anche il pittore Rafael Néstor Guerrero, autore di un ritratto di Francesco.
Inoltre, all’arco delle campane, il Papa ha salutato Jaime Escobar Martínez, coordinatore della rivista «Reflexión y liberación» fondata a Santiago del Cile dal gesuita José Aldunate. Richiamandosi alla testimonianza del cardinale Raúl Silva Henríquez (1907-1999), la pubblicazione si rivolge in modo particolare al laicato e alla sua missione nella Chiesa. A Francesco è stato anche donato il volume fotografico Aventura de una fe, dedicato proprio al porporato cileno, sul quale la rivista, con la Fondazione Cardenal del pueblo, ha anche realizzato quattro documentari. Erano presenti Luis Badilla, direttore editoriale del sito internet Il sismografo, e il giornalista Francesco Gagliano.
L'Osservatore Romano, 12 novembre 2015.