
Vaticano
Presentato il viaggio del Pontefice in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. Abbraccio di misericordia
L'Osservatore Romano
Presentato il viaggio del Pontefice in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana. Abbraccio di misericordia
L'Osservatore Romano
Non sarà solo il primo viaggio di Francesco in Africa, ma anche la prima volta che Jorge Mario Bergoglio toccherà il suolo del continente. Una meta tanto desiderata quanto resa complicata da una cronaca che parla di violenza, di guerra, di odio e di divisioni. Di fronte a tutto ciò, in quello che sarà il suo undicesimo viaggio internazionale, il Papa intende portare l’abbraccio della misericordia.
Un abbraccio che parli di perdono, di pace, di dialogo e di riconciliazione. A pochi giorni dal viaggio (25-30 novembre) in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana — saranno così diciannove i Paesi visitati dal Pontefice — il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ne ha presentato giovedì 19 il programma. Un calendario che, nonostante la critica situazione nella Repubblica Centrafricana, si sostiene sulla ferma volontà del Pontefice di visitare quella terra martoriata dalla guerra civile e, anzi, di aprire proprio nella capitale Bangui, con un gesto di dirompente forza spirituale, la porta santa.
Il Papa, invitato dai presidenti dei tre Paesi e dalle conferenze episcopali locali, seguirà le orme dei Pontefici che lo hanno preceduto: Paolo VI, che nel 1969 andò in Uganda per consacrare il santuario di Namugongo, e Giovanni Paolo II, che nei suoi numerosi viaggi nel continente fece tappa per tre volte in Kenya (1980, 1985, 1995) e una volta nella Repubblica Centrafricana (1985).
Diciannove i discorsi previsti — quasi tutti in italiano con traduzione nelle lingue locali — nel corso di una visita dalle tappe serratissime, con circa un giorno e mezzo dedicato a ognuno dei tre Paesi, nelle cui capitali Francesco ha scelto di muoversi sempre con la papamobile scoperta o, comunque, con macchine non blindate.
Scorrendo l’agenda degli impegni programmati, padre Lombardi ha ricordato che la partenza in aereo avverrà alle 7.45 di mercoledì 25 dall’aeroporto di Fiumicino e che l’arrivo allo scalo internazionale di Nairobi è previsto, nel pomeriggio, alle 17 locali. Come accadrà in tutti e tre i Paesi, in aeroporto ci sarà sempre una breve cerimonia di benvenuto, mentre la visita ai presidenti e l’incontro con le autorità e il corpo diplomatico si svolgeranno nei palazzi presidenziali.
Gli incontri con i giovani, con il clero e i consacrati, il colloquio riservato con i vescovi, la grande messa di popolo, sono ormai appuntamenti consolidati nelle visite del Pontefice, così come la grande attenzione data alle varie confessioni religiose, alle altre religioni e, soprattutto, alle fasce più deboli della popolazione. A Nairobi, l’incontro interreligioso ed ecumenico che si svolgerà la mattina di giovedì 26, sarà l’occasione per gettare ponti di dialogo in un Paese che ha vissuto, negli anni, laceranti e drammatiche divisioni e anche recenti atti di efferata violenza perpetrata in nome di Dio. La carezza ai più poveri arriverà invece il giorno dopo a Kangemi, uno dei sette slum della capitale.
Un altro appuntamento caratterizzante sarà, a Nairobi, la visita alla sede delle Nazioni Unite e alle agenzie che si occupano di ambiente e habitat, luoghi idonei a rilanciare — con lo sguardo all’intera realtà africana — i temi dell’enciclica Laudato si’: la difesa dell’ambiente, la cura per la casa comune, la lotta alle esclusioni e alle discriminazioni.
Il dialogo ecumenico sarà protagonista anche nella tappa ugandese del viaggio, segnata dalla celebrazione dei santi martiri uccisi tra il 1885 e il 1887. Il 28 novembre Francesco, a Namugongo, pregherà sia sul luogo del martirio di Carlo Lwanga e dei suoi ventuno compagni, sia su quello degli anglicani uccisi per la stessa fede in Cristo.
Domenica 29 il Papa giungerà finalmente nella Repubblica Centrafricana. L’arrivo all’aeroporto di Bangui è previsto per le 10 del mattino. Dopo i primi incontri ufficiali di rito, Francesco, in uno dei Paesi più poveri del mondo, periferia delle periferie, visiterà innanzitutto uno dei molti campi profughi della città. Lì dialogherà con circa duemila cristiani accolti dalla parrocchia di San Salvatore, ma da parte del Papa non mancherà un gesto di vicinanza anche all’altra metà del dolore: la mattina di lunedì 30, prima della grande messa nel campo sportivo Barthélémy Boganda e quindi della partenza per Roma, il Pontefice incontrerà la comunità musulmana nella moschea centrale di Koudoukou. Quell’atto di riconciliazione sarà ancor più significativo per l’intera popolazione perché la sera prima, nella cattedrale di Bangui, sarà stata aperta la porta santa. Inizio del giubileo della misericordia per la Repubblica Centrafricana.
L'Osservatore Romano, 20 novembre 2015.