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Vaticano
Mille e una opera (teologica)
L'Osservatore Romano
(Giovanni Maria Vian) C’è naturalmente anche il best seller del giovane Ratzinger — e cioè la celebre serie di lezioni sul Simbolo apostolico tenute nel 1967 nell’università di Tubinga e rielaborate nell’Einführung in das Christentum, che nel fatidico anno successivo vendette in pochi mesi cinquantamila copie ed è stata poi tradotta in ventiquattro lingue — nel Lessico delle opere teologiche (Brescia, Queriniana, 2015, pagine 862, euro 110) che arriva ora nelle librerie italiane dodici anni dopo l’edizione originale tedesca (Alfred Kröner Verlag):
opera originale (anche come regalo natalizio), che sarebbe sicuramente piaciuta a Borges. Curato dal cattolico Bernd Jochen Hilberath e dal protestante Eberhard Jüngel, coadiuvati rispettivamente da Michael Eckert e da Eilert Herms, il Lessico contiene infatti oltre mille opere cristiane scritte nel corso di quasi due millenni, dai testi della seconda metà del primo secolo ad autori tuttora attivi, senza preclusioni confessionali né confini di ortodossia: per citare un solo esempio, non mancano ovviamente le fondamentali Antitesi di Marcione. Curata in Italia da Gianni Francesconi e da Rosino Gibellini per la benemerita editrice bresciana, è corredata da un indispensabile elenco degli autori che permette di orientarsi facilmente nella selva di titoli, ordinati alfabeticamente nell’originale (ma per le opere greche sarebbe stato meglio indicare quelli, molto più diffusi, in latino). Anche se la lettura più affascinante potrebbe essere proprio quella dall’inizio alla fine, e cioè dall’Abecedario espiritual di Francisco de Osuna al brevissimo Zwischen der Zeiten di Friedrich Gogarten. Come appunto sarebbe piaciuto a Borges.
L'Osservatore Romano, 19 novembre 2015.