Vaticano
Martedì 10 novembre: la giornata del Papa
(a cura Redazione "Il sismografo")
Martedì 10 novembre: la giornata del Papa
(a cura Redazione "Il sismografo")
*** 5° Convegno Nazionale della Chiesa Italiana – Incontro nella Cattedrale di Firenze con i partecipanti al Convegno CEI
Papa Francesco: "La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, animare. (...) Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti"
Cari fratelli e sorelle, nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui «ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17).
Cari fratelli e sorelle, nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui «ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17).
Nella luce di questo Giudice di misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione, e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15).
(Testo)
(Testo)
*** Incontro con la città di Prato. Discorso del Santo Padre
"Una fede che pensa a sé stessa e sta chiusa in casa non è fedele all’invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l’iniziativa e a coinvolgersi, senza paura"
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che mi ha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presenti fisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casa circondariale.
Sono venuto come pellegrino - un pellegrino… di passaggio! Poca cosa, ma almeno la volontà c’è - in questa città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria”. Siete fortunati, perché siete in buone mani! Sono mani materne che proteggono sempre, aperte per accogliere. Siete privilegiati anche perché custodite la reliquia della «Sacra Cintola» della Madonna, che ho appena potuto visitare.
(Testo)
*** Santa Messa allo Stadio Comunale “Artemio Franchi” di FirenzePapa Francesco: "Alla radice del mistero della salvezza sta infatti la volontà di un Dio misericordioso, che non si vuole arrendere di fronte alla incomprensione, alla colpa e alla miseria dell’uomo, ma si dona a lui fino a farsi Egli stesso uomo per incontrare ogni persona nella sua condizione concreta. Questo amore misericordioso di Dio è ciò che Simon Pietro riconosce sul volto di Gesù"
Nel Vangelo di oggi Gesù pone ai suoi discepoli due domande. La prima: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» (Mt 16,13) è una domanda che dimostra quanto il cuore e lo sguardo di Gesù sono aperti a tutti. A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa. Senza sapere quello che pensa la gente, il discepolo si isola e inizia a giudicare la gente secondo i propri pensieri e le proprie convinzioni. Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, è l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che mi ha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presenti fisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casa circondariale.
Sono venuto come pellegrino - un pellegrino… di passaggio! Poca cosa, ma almeno la volontà c’è - in questa città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria”. Siete fortunati, perché siete in buone mani! Sono mani materne che proteggono sempre, aperte per accogliere. Siete privilegiati anche perché custodite la reliquia della «Sacra Cintola» della Madonna, che ho appena potuto visitare.
(Testo)
*** Santa Messa allo Stadio Comunale “Artemio Franchi” di FirenzePapa Francesco: "Alla radice del mistero della salvezza sta infatti la volontà di un Dio misericordioso, che non si vuole arrendere di fronte alla incomprensione, alla colpa e alla miseria dell’uomo, ma si dona a lui fino a farsi Egli stesso uomo per incontrare ogni persona nella sua condizione concreta. Questo amore misericordioso di Dio è ciò che Simon Pietro riconosce sul volto di Gesù"
Nel Vangelo di oggi Gesù pone ai suoi discepoli due domande. La prima: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» (Mt 16,13) è una domanda che dimostra quanto il cuore e lo sguardo di Gesù sono aperti a tutti. A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa. Senza sapere quello che pensa la gente, il discepolo si isola e inizia a giudicare la gente secondo i propri pensieri e le proprie convinzioni. Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, è l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare.
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