Vaticano
La settimana di Papa Francesco dal 1 al 7 novembre."Il lavoro, infatti, non può essere un mero ingranaggio nel meccanismo perverso che macina risorse per ottenere profitti sempre maggiori"
(a cura Redazione "Il sismografo")
La settimana di Papa Francesco dal 1 al 7 novembre."Il lavoro, infatti, non può essere un mero ingranaggio nel meccanismo perverso che macina risorse per ottenere profitti sempre maggiori"
(a cura Redazione "Il sismografo")
(Francesco Saverio Brocal) Anche se la prima parte della settimana web è stata dominata dalla vicenda degli arresti di due persone che hanno trafugato documenti riservati del Vaticano (Vallejo Balda e Francesca Chaouqui) e dalla pubblicazioni di due libri-inchiesta basati su queste carte rubate, il magistero di Papa Francesco ha ricevuto comunque attenzione da parte della stampa digitale. In particolare hanno avuto un'ampia diffusione le omelie del Papa presso il Cimitero del Verano e della Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno così come quanto Francesco ha detto ieri nell'Udienza ai Dirigenti e Dipendenti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS).
Altri momenti rilevanti della stampa sul magistero del Pontefice nel corso della settimana sono la diffusione dell'intervista rilasciata al giornale di strada olandese "Straatnieuws"; il Messaggio ai partecipanti al “Global Christian Forum” (Tirana) e l'Udienza ai partecipanti al 35.mo Convegno Nazionale Italiano dei Centri di Aiuto alla Vita, nel corso della quale Papa Francesco esortò i presenti a non stancarsi "di operare per la tutela delle persone più indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante chiedono un’esistenza più sana e dignitosa. In particolare, c’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna."
Altri momenti rilevanti della stampa sul magistero del Pontefice nel corso della settimana sono la diffusione dell'intervista rilasciata al giornale di strada olandese "Straatnieuws"; il Messaggio ai partecipanti al “Global Christian Forum” (Tirana) e l'Udienza ai partecipanti al 35.mo Convegno Nazionale Italiano dei Centri di Aiuto alla Vita, nel corso della quale Papa Francesco esortò i presenti a non stancarsi "di operare per la tutela delle persone più indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante chiedono un’esistenza più sana e dignitosa. In particolare, c’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna."
Domenica 1 novembre 2015
*** L'Angelus di Papa Francesco
"I gesti evangelici sono gli unici che resistono alla distruzione della morte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parola buona, un sorriso... "
Imitare i gesti d’amore e di misericordia (dei santi) è un po’ come perpetuare la loro presenza in questo mondo
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella celebrazione di oggi, festa di Tutti i Santi, sentiamo particolarmente viva la realtà della comunione dei santi, la nostra grande famiglia, formata da tutti i membri della Chiesa, sia quanti siamo ancora pellegrini sulla terra, sia quelli – immensamente di più – che già l’hanno lasciata per il Cielo.
Nella liturgia, il Libro dell’Apocalisse richiama una caratteristica essenziale dei santi: essi sono persone che appartengono totalmente a Dio. Li presenta come una moltitudine immensa di “eletti”, vestiti di bianco e segnati dal “sigillo di Dio” (cfr 7,2-4.9-14).
Mediante quest’ultimo particolare, con linguaggio allegorico viene sottolineato che i santi appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo, sono sua proprietà. E che cosa significa portare il sigillo di Dio nella propria vita e nella propria persona? Ce lo dice ancora l’apostolo Giovanni: significa che in Gesù Cristo siamo diventati veramente figli di Dio (cfr 1 Gv 3,1-3).
"I gesti evangelici sono gli unici che resistono alla distruzione della morte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parola buona, un sorriso... "
Imitare i gesti d’amore e di misericordia (dei santi) è un po’ come perpetuare la loro presenza in questo mondo
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella celebrazione di oggi, festa di Tutti i Santi, sentiamo particolarmente viva la realtà della comunione dei santi, la nostra grande famiglia, formata da tutti i membri della Chiesa, sia quanti siamo ancora pellegrini sulla terra, sia quelli – immensamente di più – che già l’hanno lasciata per il Cielo.
Nella liturgia, il Libro dell’Apocalisse richiama una caratteristica essenziale dei santi: essi sono persone che appartengono totalmente a Dio. Li presenta come una moltitudine immensa di “eletti”, vestiti di bianco e segnati dal “sigillo di Dio” (cfr 7,2-4.9-14).
Mediante quest’ultimo particolare, con linguaggio allegorico viene sottolineato che i santi appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo, sono sua proprietà. E che cosa significa portare il sigillo di Dio nella propria vita e nella propria persona? Ce lo dice ancora l’apostolo Giovanni: significa che in Gesù Cristo siamo diventati veramente figli di Dio (cfr 1 Gv 3,1-3).
(Testo)
*** I saluti del Santo Padre dopo l'Angelus
"Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti in questi giorni vanno a pregare presso le tombe dei loro cari, in ogni parte del mondo"
Ieri, a Frascati, è stata proclamata Beata Madre Teresa Casini, fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù. Donna contemplativa e missionaria, ha fatto della sua vita un’oblazione di preghiera e di carità concreta a sostegno dei sacerdoti. Ringraziamo il Signore per la sua testimonianza.
Saluto tutti voi pellegrini, provenienti dall’Italia e da tanti Paesi; in particolare, quelli della Malesia e di Valencia (Spagna).
Saluto i partecipanti alla Corsa dei Santi e alla Marcia dei Santi, promosse rispettivamente dalla Fondazione “Don Bosco nel mondo” e dall’Associazione “Famiglia Piccola Chiesa”. Apprezzo queste manifestazioni che offrono una dimensione di festa popolare alla celebrazione di Tutti i Santi. Saluto inoltre la Corale di San Cataldo, i ragazzi di Ruvo di Puglia e quelli di Papanice.
Oggi pomeriggio mi recherò al Cimitero del Verano, dove celebrerò la Santa Messa in suffragio dei defunti. Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti in questi giorni vanno a pregare presso le tombe dei loro cari, in ogni parte del mondo.
A tutti auguro pace e serenità nella compagnia spirituale dei Santi. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
"Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti in questi giorni vanno a pregare presso le tombe dei loro cari, in ogni parte del mondo"
Ieri, a Frascati, è stata proclamata Beata Madre Teresa Casini, fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù. Donna contemplativa e missionaria, ha fatto della sua vita un’oblazione di preghiera e di carità concreta a sostegno dei sacerdoti. Ringraziamo il Signore per la sua testimonianza.
Saluto tutti voi pellegrini, provenienti dall’Italia e da tanti Paesi; in particolare, quelli della Malesia e di Valencia (Spagna).
Saluto i partecipanti alla Corsa dei Santi e alla Marcia dei Santi, promosse rispettivamente dalla Fondazione “Don Bosco nel mondo” e dall’Associazione “Famiglia Piccola Chiesa”. Apprezzo queste manifestazioni che offrono una dimensione di festa popolare alla celebrazione di Tutti i Santi. Saluto inoltre la Corale di San Cataldo, i ragazzi di Ruvo di Puglia e quelli di Papanice.
Oggi pomeriggio mi recherò al Cimitero del Verano, dove celebrerò la Santa Messa in suffragio dei defunti. Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti in questi giorni vanno a pregare presso le tombe dei loro cari, in ogni parte del mondo.
A tutti auguro pace e serenità nella compagnia spirituale dei Santi. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
(Testo)*** Il cordoglio del Santo Padre per le vittime del disastro aereo nella penisola del Sinai
(Testo)
*** Celebrazione della Santa Messa al Cimitero del Verano. Omelia di Papa Francesco."Se sappiamo dare agli altri il perdono che chiediamo per noi, siamo beati"
Questo pomeriggio, alle ore 16.00, nella Solennità di Tutti i Santi, il Santo Padre Francesco celebrò la Santa Messa all’ingresso monumentale del Cimitero del Verano, a cui fa seguito una preghiera per i defunti e la benedizione delle tombe. Omelia del Santo Padre
Nel Vangelo abbiamo ascoltato Gesù che ammaestra i suoi discepoli e la folla radunata sulla collina presso il lago di Galilea (cfr Mt 5,1-12). La parola del Signore risorto e vivo indica anche a noi, oggi, la strada per raggiungere la vera beatitudine, la strada che conduce al Cielo. È un cammino difficile da comprendere perché va controcorrente, ma il Signore ci dice che chi che va per questa strada è felice, prima o poi diventa felice.
(Testo)
(Testo)
*** Celebrazione della Santa Messa al Cimitero del Verano. Omelia di Papa Francesco."Se sappiamo dare agli altri il perdono che chiediamo per noi, siamo beati"
Questo pomeriggio, alle ore 16.00, nella Solennità di Tutti i Santi, il Santo Padre Francesco celebrò la Santa Messa all’ingresso monumentale del Cimitero del Verano, a cui fa seguito una preghiera per i defunti e la benedizione delle tombe. Omelia del Santo Padre
Nel Vangelo abbiamo ascoltato Gesù che ammaestra i suoi discepoli e la folla radunata sulla collina presso il lago di Galilea (cfr Mt 5,1-12). La parola del Signore risorto e vivo indica anche a noi, oggi, la strada per raggiungere la vera beatitudine, la strada che conduce al Cielo. È un cammino difficile da comprendere perché va controcorrente, ma il Signore ci dice che chi che va per questa strada è felice, prima o poi diventa felice.
(Testo)
Lunedì 2 novembre 2015
*** Momento di preghiera del Santo Padre nelle Grotte Vaticane
(Notizia)
Ieri, domenica, Papa Francesco presso il Cimitero del Verano nella festa della nella Solennità di Tutti i Santi ha ricordato tutti i defunti e oggi, alle ore 18, si è raccolto in preghiera in privato, nelle Grotte Vaticane, per i Sommi Pontefici defunti. Domani, nella Basilica Vaticana (ore 11.30), il Santo Padre presiederà la Santa Messa per i Cardinali, arcivescovi e vescovi defunti tra il 26 ottobre 2014 e il 26 ottobre 2015. I porporati defunti nell'ultimo anno sono 12 e gli arcivescovi e vescovi sono 99. All'elenco si aggiunge il Patriarca Nerses Bedro XIX (Libano - Cilicia degli Armeni). In totale 112.
*** Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: Interrogati e arrestati mons. Vallejo Balda e la Dott.ssa Francesca Chaouqui. Quest'ultima dopo è stata rilasciata
Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria vaticana ed avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte.
Si tratta di un ecclesiastico, Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e della Dott.ssa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della COSEA (Commissione referente di studio e indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato).
(Comunicato - Sala stampa della Santa Sede)
(Notizia)
Ieri, domenica, Papa Francesco presso il Cimitero del Verano nella festa della nella Solennità di Tutti i Santi ha ricordato tutti i defunti e oggi, alle ore 18, si è raccolto in preghiera in privato, nelle Grotte Vaticane, per i Sommi Pontefici defunti. Domani, nella Basilica Vaticana (ore 11.30), il Santo Padre presiederà la Santa Messa per i Cardinali, arcivescovi e vescovi defunti tra il 26 ottobre 2014 e il 26 ottobre 2015. I porporati defunti nell'ultimo anno sono 12 e gli arcivescovi e vescovi sono 99. All'elenco si aggiunge il Patriarca Nerses Bedro XIX (Libano - Cilicia degli Armeni). In totale 112.
*** Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: Interrogati e arrestati mons. Vallejo Balda e la Dott.ssa Francesca Chaouqui. Quest'ultima dopo è stata rilasciata
Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria vaticana ed avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati, sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte.
Si tratta di un ecclesiastico, Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e della Dott.ssa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della COSEA (Commissione referente di studio e indirizzo sull’Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato).
(Comunicato - Sala stampa della Santa Sede)
Martedì 3 novembre 2015
*** Santa Messa in suffragio dei Cardinali e dei Vescovi defunti nel corso dell’anno. Omelia del Santo Padre:
"Chi serve e dona, sembra un perdente agli occhi del mondo. In realtà, proprio perdendo la vita, la ritrova. Perché una vita che si spossessa di sé, perdendosi nell’amore, imita Cristo: vince la morte e dà vita al mondo. Chi serve, salva. Al contrario, chi non vive per servire, non serve per vivere"
Oggi ricordiamo i fratelli Cardinali e Vescovi deceduti nell’ultimo anno. Su questa terra hanno amato la Chiesa loro sposa, e noi preghiamo perché in Dio possano godere la gioia piena, nella comunione dei santi.
Ripensiamo con gratitudine anche alla vocazione di questi sacri Ministri: come indica la parola, è anzitutto quella di ministrare, ovvero di servire. Mentre chiediamo per loro il premio promesso ai “servi buoni e fedeli” (cfr Mt 25,14-30), siamo chiamati a rinnovare la scelta di servire nella Chiesa. Ce lo chiede il Signore, che come un servo ha lavato i piedi ai suoi più stretti discepoli, perché come ha fatto Lui facessimo anche noi (cfr Gv 13,14-15). Dio ci ha serviti per primo. Il ministro di Gesù, venuto per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45), non può che essere a sua volta un Pastore pronto a dare la vita per le pecore. Chi serve e dona, sembra un perdente agli occhi del mondo. In realtà, proprio perdendo la vita, la ritrova. Perché una vita che si spossessa di sé, perdendosi nell’amore, imita Cristo: vince la morte e dà vita al mondo. Chi serve, salva. Al contrario, chi non vive per servire, non serve per vivere.
Il Vangelo ci ricorda questo. «Dio ha tanto amato il mondo», dice Gesù (v. 16). Si tratta davvero di un amore tanto concreto, così concreto che ha preso su di sé la nostra morte. Per salvarci, ci ha raggiunti là dove noi eravamo andati a finire, allontanandoci da Dio datore di vita: nella morte, in un sepolcro senza uscita. Questo è l’abbassamento che il Figlio di Dio ha compiuto, chinandosi come un servo verso di noi per assumere tutto quanto è nostro, fino a spalancarci le porte della vita.
Nel Vangelo Cristo si paragona al “serpente innalzato”. L’immagine rimanda all’episodio dei serpenti velenosi, che nel deserto attaccavano il popolo in cammino (cfr Nm 21,4-9). Gli Israeliti che erano stati morsi dai serpenti, non morivano ma rimanevano in vita se guardavano il serpente di bronzo che Mosè, per ordine di Dio, aveva innalzato su un’asta. Un serpente salvava dai serpenti. La stessa logica è presente nella croce, alla quale Cristo si riferisce parlando con Nicodemo. La sua morte ci salva dalla nostra morte.
(Testo)
*** Il cordoglio del Santo Padre per le vittime dell’incendio in una discoteca di Bucarest
Telegramma
*** Ordinazione Episcopale conferita dal Santo Padre Francesco
*** Il cordoglio del Santo Padre per le vittime dell’incendio in una discoteca di Bucarest
Telegramma
*** Ordinazione Episcopale conferita dal Santo Padre Francesco
Lunedì 9 novembre 2015, alle ore 17, nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, il Santo Padre Francesco conferirà l’Ordinazione episcopale al Presbitero: Mons. Angelo DE DONATIS, del clero della Diocesi di Roma, nato il 4 gennaio 1954 a Casarano, ordinato sacerdote il 12 aprile 1980, eletto Vescovo titolare di Mottola e nominato Vescovo Ausiliare di Roma il 14 settembre 2015.
Mercoledì 4 novembre 2015
*** L'Udienza generale di Papa Francesco
"La famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco, senza il quale nessun amore può durare a lungo"
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
L’Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che si è conclusa da poco, ha riflettuto a fondo sulla vocazione e la missione della famiglia nella vita della Chiesa e della società contemporanea. E’ stato un evento di grazia. Al termine i Padri sinodali mi hanno consegnato il testo delle loro conclusioni. Ho voluto che questo testo fosse pubblicato, perché tutti fossero partecipi del lavoro che ci ha visti impegnati assieme per due anni. Non è questo il momento di esaminare tali conclusioni, sulle quali devo io stesso meditare.
Nel frattempo, però, la vita non si ferma, in particolare la vita delle famiglie non si ferma! Voi, care famiglie, siete sempre in cammino. E continuamente scrivete già nelle pagine della vita concreta la bellezza del Vangelo della famiglia. In un mondo che a volte diventa arido di vita e di amore, voi ogni giorno parlate del grande dono che sono il matrimonio e la famiglia.
(Testo)
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
L’Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che si è conclusa da poco, ha riflettuto a fondo sulla vocazione e la missione della famiglia nella vita della Chiesa e della società contemporanea. E’ stato un evento di grazia. Al termine i Padri sinodali mi hanno consegnato il testo delle loro conclusioni. Ho voluto che questo testo fosse pubblicato, perché tutti fossero partecipi del lavoro che ci ha visti impegnati assieme per due anni. Non è questo il momento di esaminare tali conclusioni, sulle quali devo io stesso meditare.
Nel frattempo, però, la vita non si ferma, in particolare la vita delle famiglie non si ferma! Voi, care famiglie, siete sempre in cammino. E continuamente scrivete già nelle pagine della vita concreta la bellezza del Vangelo della famiglia. In un mondo che a volte diventa arido di vita e di amore, voi ogni giorno parlate del grande dono che sono il matrimonio e la famiglia.
(Testo)
Giovedì 5 novembre 2015
*** Messa a Santa Marta: l'omelia di Papa Francesco
È coi fatti che Gesù ci chiede di includere tutti, perché come cristiani «non abbiamo diritto» di escludere gli altri, di giudicarli e chiudere loro le porte. Anche perché «l’atteggiamento dell’esclusione» è alla radice di tutte le guerre, grandi e piccole. Lo ha affermato Francesco nella messa celebrata giovedì mattina, 5 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta. «San Paolo — ha fatto notare il Papa riferendo al passo liturgico tratto dalla lettera ai romani (14, 7-12) — non si stanca di ricordare il dono di Dio, quel regalo che Dio ci ha fatto di ricrearci, di rigenerarci». E «dice questa parola tanto forte: “Nessuno di noi vive per sé stesso, nessuno muore per sé stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo sia che moriamo siamo del Signore. E per questo Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore di tutti, morti e vivi”». Dunque, ha rilanciato Francesco, «Cristo che unisce, che fa l’unità; Cristo che, con il suo sacrificio nel Calvario, ha fatto l’inclusione di tutti gli uomini nella salvezza».
- “L’atteggiamento degli Scribi, dei Farisei è lo stesso, escludono: ‘Noi siamo i perfetti, noi seguiamo la legge. Questi sono peccatori, sono pubblicani’. E l’atteggiamento di Gesù è includere. Ci sono due strade nella vita: la strada dell’esclusione delle persone dalla nostra comunità e la strada dell’inclusione. La prima può essere piccola ma è la radice di tutte le guerre: tutte le calamità, tutte le guerre, incominciano con un’esclusione. Si esclude dalla comunità internazionale ma anche dalle famiglie, fra amici, quante liti… E la strada che ci fa vedere Gesù e ci insegna Gesù è tutt’altra, è contraria all’altra: includere”.
- “Sono pieni di gioia perché hanno trovato quello che era perso e vanno dai vicini, dagli amici perché sono tanto felici: ‘Ho trovato, ho incluso’. Questo è l’includere di Dio, contro l’esclusione di quello che giudica, che caccia via la gente, le persone: ‘No, questo no, questo no, questo no…’, e si fa un piccolo circolo di amici che è il suo ambiente. E’ la dialettica fra esclusione e inclusione. Dio ci ha inclusi tutti nella salvezza, tutti! Questo è l’inizio. Noi con le nostre debolezze, con i nostri peccati, con le nostre invidie, gelosie, sempre abbiamo quest’atteggiamento di escludere che - come ho detto - può finire nelle guerre”.
*** Messaggio del Santo Padre ai partecipanti al “Global Christian Forum” (Tirana, 2-4 novembre 2015)
A Sua Eminenza il Cardinale Kurt Koch
Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani
Desidero inviare il mio saluto a Lei e a tutti i partecipanti alla Riunione del Global Christian Forum, in corso a Tirana dal 2 al 4 novembre 2015, per riflettere sul tema “Discriminazione, persecuzione, martirio: seguendo Cristo insieme”. In particolar modo desidero salutare i nostri fratelli e sorelle delle diverse tradizioni Cristiane, che rappresentano comunità che soffrono per la loro fede in Gesù Cristo, Nostro Signore e Salvatore. Penso con grande tristezza alla crescente discriminazione e persecuzione dei cristiani del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia e di altri luoghi nel mondo. La vostra riunione dimostra che, come Cristiani, non siamo indifferenti alle sofferenze dei fratelli e delle sorelle. In diverse parti del mondo, la testimonianza di Cristo, talvolta fino all’effusione del sangue, è divenuta un’esperienza comune di Cattolici, Ortodossi, Anglicani, Protestanti, Evangelici e Pentecostali, che è molto più profonda e forte delle differenze che ancora separano le nostre Chiese e comunità ecclesiali.
[Text: Italiano, English]
- “L’atteggiamento degli Scribi, dei Farisei è lo stesso, escludono: ‘Noi siamo i perfetti, noi seguiamo la legge. Questi sono peccatori, sono pubblicani’. E l’atteggiamento di Gesù è includere. Ci sono due strade nella vita: la strada dell’esclusione delle persone dalla nostra comunità e la strada dell’inclusione. La prima può essere piccola ma è la radice di tutte le guerre: tutte le calamità, tutte le guerre, incominciano con un’esclusione. Si esclude dalla comunità internazionale ma anche dalle famiglie, fra amici, quante liti… E la strada che ci fa vedere Gesù e ci insegna Gesù è tutt’altra, è contraria all’altra: includere”.
- “Sono pieni di gioia perché hanno trovato quello che era perso e vanno dai vicini, dagli amici perché sono tanto felici: ‘Ho trovato, ho incluso’. Questo è l’includere di Dio, contro l’esclusione di quello che giudica, che caccia via la gente, le persone: ‘No, questo no, questo no, questo no…’, e si fa un piccolo circolo di amici che è il suo ambiente. E’ la dialettica fra esclusione e inclusione. Dio ci ha inclusi tutti nella salvezza, tutti! Questo è l’inizio. Noi con le nostre debolezze, con i nostri peccati, con le nostre invidie, gelosie, sempre abbiamo quest’atteggiamento di escludere che - come ho detto - può finire nelle guerre”.
*** Messaggio del Santo Padre ai partecipanti al “Global Christian Forum” (Tirana, 2-4 novembre 2015)
A Sua Eminenza il Cardinale Kurt Koch
Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani
Desidero inviare il mio saluto a Lei e a tutti i partecipanti alla Riunione del Global Christian Forum, in corso a Tirana dal 2 al 4 novembre 2015, per riflettere sul tema “Discriminazione, persecuzione, martirio: seguendo Cristo insieme”. In particolar modo desidero salutare i nostri fratelli e sorelle delle diverse tradizioni Cristiane, che rappresentano comunità che soffrono per la loro fede in Gesù Cristo, Nostro Signore e Salvatore. Penso con grande tristezza alla crescente discriminazione e persecuzione dei cristiani del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Asia e di altri luoghi nel mondo. La vostra riunione dimostra che, come Cristiani, non siamo indifferenti alle sofferenze dei fratelli e delle sorelle. In diverse parti del mondo, la testimonianza di Cristo, talvolta fino all’effusione del sangue, è divenuta un’esperienza comune di Cattolici, Ortodossi, Anglicani, Protestanti, Evangelici e Pentecostali, che è molto più profonda e forte delle differenze che ancora separano le nostre Chiese e comunità ecclesiali.
[Text: Italiano, English]
Venerdì 6 novembre
*** Messa a Santa Marta: omelia del Papa
Ci sono «sacerdoti e vescovi arrampicatori e attaccati ai soldi» che «invece di servire si servono della Chiesa», rendendola «affarista» e «tiepida» con il loro vivere comodamente il proprio status senza onestà. Da questa «tentazione di una doppia vita» il Papa ha messo in guardia nella messa di venerdì mattina, 6 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta. Una celebrazione mattutina, ha confidato, a cui spesso partecipano missionari e suore che donano tutta la vita al servizio degli altri, rifacendosi al modello di san Paolo e andando «sempre oltre, sempre in uscita». «La liturgia di oggi — ha affermato subito Francesco — ci fa riflettere su due figure, due figure di servi, di impiegati, due persone che sono chiamate a fare un compito». Nel passo della lettera ai romani (15, 14-21), emerge «la figura di Paolo: proprio lo zelo per evangelizzare». Scrive infatti l’apostolo: «Voi sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio — qual era la grazia che lui ha ricevuto? — per essere ministro di Cristo Gesù, adempiendo il sacro ministero». Cioè «ministrare, servire». E «Paolo ha preso sul serio questa vocazione e si è donato tutto al servizio, sempre oltre, non stava mai fermo: sempre oltre, oltre, oltre... per finire, dopo, qui a Roma, tradito da alcuni dei suoi. E finì come un condannato, proprio». - “Io vi dico quanta gioia ho, io, che mi commuovo, quando in questa Messa vengono alcuni preti e mi salutano: ‘Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia’. O una suora che dice: ‘No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa’. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. Questo è quello che ha fatto Paolo: servire”.
Ci sono «sacerdoti e vescovi arrampicatori e attaccati ai soldi» che «invece di servire si servono della Chiesa», rendendola «affarista» e «tiepida» con il loro vivere comodamente il proprio status senza onestà. Da questa «tentazione di una doppia vita» il Papa ha messo in guardia nella messa di venerdì mattina, 6 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta. Una celebrazione mattutina, ha confidato, a cui spesso partecipano missionari e suore che donano tutta la vita al servizio degli altri, rifacendosi al modello di san Paolo e andando «sempre oltre, sempre in uscita». «La liturgia di oggi — ha affermato subito Francesco — ci fa riflettere su due figure, due figure di servi, di impiegati, due persone che sono chiamate a fare un compito». Nel passo della lettera ai romani (15, 14-21), emerge «la figura di Paolo: proprio lo zelo per evangelizzare». Scrive infatti l’apostolo: «Voi sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio — qual era la grazia che lui ha ricevuto? — per essere ministro di Cristo Gesù, adempiendo il sacro ministero». Cioè «ministrare, servire». E «Paolo ha preso sul serio questa vocazione e si è donato tutto al servizio, sempre oltre, non stava mai fermo: sempre oltre, oltre, oltre... per finire, dopo, qui a Roma, tradito da alcuni dei suoi. E finì come un condannato, proprio». - “Io vi dico quanta gioia ho, io, che mi commuovo, quando in questa Messa vengono alcuni preti e mi salutano: ‘Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia’. O una suora che dice: ‘No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa’. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. Questo è quello che ha fatto Paolo: servire”.
- “Anche nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E’ triste dirlo, no? La radicalità del Vangelo, della chiamata di Gesù Cristo: servire, essere al servizio di, non fermarsi, andare oltre sempre, dimenticandosi di se stessi. E la comodità dello status: io ho raggiunto uno status e vivo comodamente senza onestà, come quei farisei dei quali parla Gesù che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri”.
*** Udienza ai partecipanti al 35.mo Convegno Nazionale Italiano dei Centri di Aiuto alla Vita. Discorso di Papa Francesco
Non stancatevi di operare per la tutela delle persone più indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante chiedono un’esistenza più sana e dignitosa. In particolare, c’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna.
Cari fratelli e sorelle del Movimento per la Vita!
Siete venuti a Roma da ogni parte dell’Italia per partecipare al vostro convegno nazionale e rinnovare ancora una volta l’impegno di difendere e promuovere la vita umana. Vi saluto tutti cordialmente, ad iniziare dal vostro Presidente, che ringrazio per le parole con le quali ha introdotto questo incontro. Vi incoraggio a proseguire la vostra importante opera in favore della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, tenendo conto anche delle sofferte condizioni che tanti fratelli e sorelle devono affrontare e a volte subire.
(Testo)
*** Intervista al Papa a giornale olandese di strada Straatnieuws
Intervista concessa dal Papa al giornale di strada olandese Straatnieuws. È ancora presto quando ci presentiamo al portone di servizio del Vaticano, a sinistra della Basilica di San Pietro. Le guardie svizzere sono al corrente del nostro arrivo e ci fanno passare. Dobbiamo andare alla Casa Santa Marta, perché è lì dove abita Papa Francesco. Quella Casa Santa Marta probabilmente è l’hotel a tre stelle più particolare del mondo. Un grande edificio bianco (...)
(Testo integrale)
*** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Governatore Generale di Grenada
Sala stampa della Santa Sede
*** Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso agli Indù in occasione della festa di Deepavali 2015
[Text: Italiano, English, Français]
Non stancatevi di operare per la tutela delle persone più indifese, che hanno diritto di nascere alla vita, come anche di quante chiedono un’esistenza più sana e dignitosa. In particolare, c’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli e all’affermazione della dignità della donna.
Cari fratelli e sorelle del Movimento per la Vita!
Siete venuti a Roma da ogni parte dell’Italia per partecipare al vostro convegno nazionale e rinnovare ancora una volta l’impegno di difendere e promuovere la vita umana. Vi saluto tutti cordialmente, ad iniziare dal vostro Presidente, che ringrazio per le parole con le quali ha introdotto questo incontro. Vi incoraggio a proseguire la vostra importante opera in favore della vita dal concepimento al suo naturale tramonto, tenendo conto anche delle sofferte condizioni che tanti fratelli e sorelle devono affrontare e a volte subire.
(Testo)
*** Intervista al Papa a giornale olandese di strada Straatnieuws
Intervista concessa dal Papa al giornale di strada olandese Straatnieuws. È ancora presto quando ci presentiamo al portone di servizio del Vaticano, a sinistra della Basilica di San Pietro. Le guardie svizzere sono al corrente del nostro arrivo e ci fanno passare. Dobbiamo andare alla Casa Santa Marta, perché è lì dove abita Papa Francesco. Quella Casa Santa Marta probabilmente è l’hotel a tre stelle più particolare del mondo. Un grande edificio bianco (...)
(Testo integrale)
*** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Governatore Generale di Grenada
Sala stampa della Santa Sede
*** Messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso agli Indù in occasione della festa di Deepavali 2015
[Text: Italiano, English, Français]
Sabato 7 novembre 2015
*** Udienza a Dirigenti e Dipendenti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS). Discorso di Papa Francesco
"Il lavoro, infatti, non può essere un mero ingranaggio nel meccanismo perverso che macina risorse per ottenere profitti sempre maggiori; non può dunque essere prolungato o ridotto in funzione del guadagno di pochi e di forme produttive che sacrificano valori, relazioni e princìpi"
Il Papa ai "custodi del diritto al riposo": "Non dimenticare l’uomo: questo è l’imperativo. Amare e servire l’uomo con coscienza, responsabilità, disponibilità. Lavorare per chi lavora, e non ultimo per chi vorrebbe farlo ma non può."
Alle ore 12 di oggi, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco incontra Dirigenti e Dipendenti dell’INPS, Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Italia). Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha pronunciato nel corso dell’Udienza:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
con viva cordialità rivolgo il mio saluto a voi, dipendenti e dirigenti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, qui convenuti in udienza per la prima volta nella secolare storia dell’ente. Grazie per la vostra presenza – siete davvero numerosi! – e grazie al vostro Presidente per le sue cortesi parole.
A vari livelli, voi onorate il delicato compito di tutelare alcuni diritti legati all’esercizio del lavoro; diritti basati sulla natura stessa della persona umana e sulla sua trascendente dignità. In maniera del tutto particolare è affidata alla vostra premura quella che vorrei definire la custodia del diritto al riposo. Mi riferisco non soltanto a quel riposo che è sostenuto e legittimato da un’ampia serie di prestazioni sociali (dal giorno di pausa settimanale alle ferie, cui ogni lavoratore ha diritto: cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens, 19), ma anche e soprattutto a una dimensione dell’essere umano che non manca di radici spirituali e di cui anche voi, per la vostra parte, siete responsabili.
(Testo)