Vaticano
(a cura Redazione "Il sismografo") (Francesco Saverio Brocal) La settimana di Papa Francesco, intensa di attività e ricca di contenuti, ha subìto tra venerdì e sabato una sorta di "svolta" mediatica con i tragici e orrendi fatti terroristici di Parigi. Le reazioni del Santo Padre, prima attraverso il suo portavoce p. Lombardi e poi tramite la conversazione telefonica con Lucio Brunelli, direttore di TV2000, hanno alla fine monopolizzato gran parte dell'informazione. Per buona parte della settimana si è molto scritto sulle parole del Papa nel dopo-Angelus dell'8 novembre sui documeti rubati alla Santa Sede e consegnati a due giornalisti. Poi la stampa ha dedicato molto spazio alla Visita del Pontefice a Prato e Firenze, e in particolare al discorso ai partecipanti del V Convegno ecclesiale italiano. Anche il tema della conviavilità affrontata da Francesco nel corso della Catechesi di mercoledì ha avuto ampia risonanza.
Domenica 8 novembre 2015
*** L'Angelus di Papa Francesco
"Gesù, oggi, dice anche a noi che il metro di giudizio non è la quantità, ma la pienezza; non è questione di portafoglio, ma di cuore" "Ci sono malattie cardiache che fanno abbassare il cuore al portafoglio" Cari fratelli e sorelle, buongiorno con questo bel sole! Il brano del Vangelo di questa domenica si compone di due parti: una in cui si descrive come non devono essere i seguaci di Cristo; l’altra in cui viene proposto un ideale esemplare di cristiano. Cominciamo dalla prima: cosa non dobbiamo fare. Nella prima parte Gesù addebita agli scribi, maestri della legge, tre difetti che si manifestano nel loro stile di vita: superbia, avidità e ipocrisia. A loro – dice Gesù - piace «ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti» (Mc 12,38-39).
Ma sotto apparenze così solenni si nascondono falsità e ingiustizia. Mentre si pavoneggiano in pubblico, usano la loro autorità per “divorare le case delle vedove” (cfr v. 40), che erano considerate, insieme agli orfani e agli stranieri, le persone più indifese e meno protette. Infine, gli scribi «pregano a lungo per farsi vedere» (v. 40).
(Testo)
*** Papa Francesco a proposito dei documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati.
"Voglio dirvi anche che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi"
Parole di Papa Francesco al termine dell'Angelus:
Cari fratelli e sorelle,
so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto
deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili.
Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato.uindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza.
(Testo)
*** Papa Francesco a proposito dei documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati.
"Voglio dirvi anche che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi"
Parole di Papa Francesco al termine dell'Angelus:
Cari fratelli e sorelle,
so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto
deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili.
Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato.uindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza.
*** I saluti del Santo Padre dopo l'Angelus e il ricordo dell'inizio del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale italiano, domani
(Testo)
Lunedì 9 novembre 2015
** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Presidente della Repubblica di Polonia
[Text: Italiano, Français, English, Español]
[Text: Italiano, Français, English, Español]
*** Laterano. Francesco consacra vescovo mons. De Donatis
Nel giorno della festa liturgica della Dedicazione della Basilica, Papa Francesco sarà oggi pomeriggio in San Giovanni in Laterano per presiedere, alle ore 17, la celebrazione eucaristica per Consacrazione episcopale di mons. Angelo De Donatis, nominato lo scorso 14 settembre vescovo ausiliare di Roma. Ricordiamo che, durante la Quaresima dello scorso anno, mons. De Donatis aveva tenuto le meditazioni per gli Esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana.
Nel giorno della festa liturgica della Dedicazione della Basilica, Papa Francesco sarà oggi pomeriggio in San Giovanni in Laterano per presiedere, alle ore 17, la celebrazione eucaristica per Consacrazione episcopale di mons. Angelo De Donatis, nominato lo scorso 14 settembre vescovo ausiliare di Roma. Ricordiamo che, durante la Quaresima dello scorso anno, mons. De Donatis aveva tenuto le meditazioni per gli Esercizi spirituali al Papa e alla Curia Romana.
(Testo integrale)
Martedì 10 novembre 2015
*** 5° Convegno Nazionale della Chiesa Italiana – Incontro nella Cattedrale di Firenze con i partecipanti al Convegno CEI
Papa Francesco: "La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, animare. (...) Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti"
Cari fratelli e sorelle, nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui «ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17).
Cari fratelli e sorelle, nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui «ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17).
Nella luce di questo Giudice di misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione, e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15).
(Testo)
(Testo)
*** Incontro con la città di Prato. Discorso del Santo Padre
"Una fede che pensa a sé stessa e sta chiusa in casa non è fedele all’invito del Signore, che chiama i suoi a prendere l’iniziativa e a coinvolgersi, senza paura"
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che mi ha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presenti fisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casa circondariale.
Sono venuto come pellegrino - un pellegrino… di passaggio! Poca cosa, ma almeno la volontà c’è - in questa città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria”. Siete fortunati, perché siete in buone mani! Sono mani materne che proteggono sempre, aperte per accogliere. Siete privilegiati anche perché custodite la reliquia della «Sacra Cintola» della Madonna, che ho appena potuto visitare.
(Testo)
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Ringrazio il vostro Vescovo, Monsignor Agostinelli, per le parole molto cortesi che mi ha rivolto. Saluto con affetto tutti voi e coloro che non possono essere qui presenti fisicamente, in particolare le persone ammalate, anziane e quelle detenute nella casa circondariale.
Sono venuto come pellegrino - un pellegrino… di passaggio! Poca cosa, ma almeno la volontà c’è - in questa città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria”. Siete fortunati, perché siete in buone mani! Sono mani materne che proteggono sempre, aperte per accogliere. Siete privilegiati anche perché custodite la reliquia della «Sacra Cintola» della Madonna, che ho appena potuto visitare.
(Testo)
*** Santa Messa allo Stadio Comunale “Artemio Franchi” di Firenze
Papa Francesco: "Alla radice del mistero della salvezza sta infatti la volontà di un Dio misericordioso, che non si vuole arrendere di fronte alla incomprensione, alla colpa e alla miseria dell’uomo, ma si dona a lui fino a farsi Egli stesso uomo per incontrare ogni persona nella sua condizione concreta. Questo amore misericordioso di Dio è ciò che Simon Pietro riconosce sul volto di Gesù"
Nel Vangelo di oggi Gesù pone ai suoi discepoli due domande. La prima: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» (Mt 16,13) è una domanda che dimostra quanto il cuore e lo sguardo di Gesù sono aperti a tutti. A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa. Senza sapere quello che pensa la gente, il discepolo si isola e inizia a giudicare la gente secondo i propri pensieri e le proprie convinzioni. Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, è l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare.
Nel Vangelo di oggi Gesù pone ai suoi discepoli due domande. La prima: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?» (Mt 16,13) è una domanda che dimostra quanto il cuore e lo sguardo di Gesù sono aperti a tutti. A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa. Senza sapere quello che pensa la gente, il discepolo si isola e inizia a giudicare la gente secondo i propri pensieri e le proprie convinzioni. Mantenere un sano contatto con la realtà, con ciò che la gente vive, con le sue lacrime e le sue gioie, è l’unico modo per poterla aiutare, formare e comunicare.
(Testo)
Mercoledì 11 novembre 2015
*** Udienza generale del Santo Padre
"Oggi molti contesti sociali pongono ostacoli alla convivialità familiare. Dobbiamo trovare il modo di recuperarla, pur adattandola ai tempi. La convivialità sembra sia diventata una cosa che si compra e si vende, ma così è un’altra cosa"
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi rifletteremo su una qualità caratteristica della vita familiare che si apprende fin dai primi anni di vita: la convivialità, ossia l’attitudine a condividere i beni della vita e ad essere felici di poterlo fare. Ma condividere, saper condividere è una virtù preziosa! Il suo simbolo, la sua “icona”, è la famiglia riunita intorno alla mensa domestica.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi rifletteremo su una qualità caratteristica della vita familiare che si apprende fin dai primi anni di vita: la convivialità, ossia l’attitudine a condividere i beni della vita e ad essere felici di poterlo fare. Ma condividere, saper condividere è una virtù preziosa! Il suo simbolo, la sua “icona”, è la famiglia riunita intorno alla mensa domestica.
La condivisione del pasto – e dunque, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi… – è un’esperienza fondamentale. Quando c’è una festa, un compleanno, un anniversario, ci si ritrova attorno alla tavola. In alcune culture è consuetudine farlo anche per un lutto, per stare vicino a chi è nel dolore per la perdita di un familiare.
La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia “poco famiglia”. Quando i figli a tavola sono attaccati al computer, al telefonino e non si ascoltano fra loro, questo non è famiglia, è un pensionato!(Testo)
La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia “poco famiglia”. Quando i figli a tavola sono attaccati al computer, al telefonino e non si ascoltano fra loro, questo non è famiglia, è un pensionato!(Testo)
*** Udienza al Presidente di turno della Presidenza collegiale della Bosnia ed Erzegovina
*** Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede
Giovedì 12 novembre
*** Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale Slovacca
"La Chiesa, segno e strumento di unità degli uomini con Dio e fra di loro, è chiamata ad essere casa e scuola di comunione, in cui si sa apprezzare e accogliere quanto c’è di positivo nell’altro."
Alle ore 10 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Vescovi della Conferenza Episcopale Slovacca, in occasione della Visita “ad Limina Apostolorum”. Pubblichiamo di seguito il testo del discorso che il Papa ha consegnato ai Presuli nel corso dell’incontro:
Vi incontro con gioia, Pastori della Chiesa in Slovacchia, durante questa visita ad limina nella quale vi recate alle tombe degli Apostoli, rinnovando la fede in Cristo Gesù e i vincoli di comunione con il Successore di Pietro, approfondendo altresì il senso di collegialità e di mutua collaborazione tra di voi. Desidero incoraggiarvi nel lavoro pastorale che svolgete, pur tra le difficoltà del momento attuale, caratterizzato da rapide trasformazioni in tanti ambiti della vita umana e dalla grande sfida della globalizzazione.
(Testo)
*** Udienza ai partecipanti al Pellegrinaggio della Famiglia Guanelliana
Fidarsi, guardare e affrettarsi
Alle ore 12 di oggi, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Pellegrinaggio della Famiglia Guanelliana. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi ringrazio per le parole che mi avete rivolto. Non solo mi avete presentato la vostra Opera, ma in qualche modo avete anche voluto accogliermi nella vostra famiglia. Oggi per voi è una solennità importante: festeggiate la Madre della Divina Provvidenza, che è la vostra patrona, e soprattutto è per voi proprio la Madre di famiglia, come voleva san Luigi Guanella.
Avete appena celebrato il primo centenario della sua nascita al cielo. Vorrei provare a immaginare che cosa lui potrebbe dirvi per confermarvi nella fede, nella speranza e nella carità. Certamente lo farebbe con la sua semplicità schietta e genuina; e allora ho pensato a tre verbi concreti: fidarsi, guardare e affrettarsi.
(Testo)
*** Messaggio di Papa Francesco ai partecipanti alla Giornata di studio sul tema “Vocazione e missione dei laici. A cinquant’anni dal decreto Apostolicam Actuositatem”. Il Concilio interpella ogni generazione di pastori e di laici.
Pontificio Consiglio per i laici
Al Venerato Fratello
Cardinale Stanisław Ryłko
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Rivolgo il mio cordiale saluto a Lei, Signor Cardinale, e a tutti i partecipanti alla Giornata di studio organizzata dal Pontificio Consiglio dei Laici, in collaborazione con la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema “Vocazione e missione dei laici. A cinquant’anni dal decreto Apostolicam Actuositatem”. (...)
Al Venerato Fratello
Cardinale Stanisław Ryłko
Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Rivolgo il mio cordiale saluto a Lei, Signor Cardinale, e a tutti i partecipanti alla Giornata di studio organizzata dal Pontificio Consiglio dei Laici, in collaborazione con la Pontificia Università della Santa Croce, sul tema “Vocazione e missione dei laici. A cinquant’anni dal decreto Apostolicam Actuositatem”. (...)
(Testo)
*** «¿Todavía tienen el virus jesuítico?», el Papa a ex alumnos de la Compañía de Jesús. Texto completo del mensaje del Papa
(Testo)
(Testo)
Venerdì 14 novembre 2015
*** Udienza ai partecipanti alla Conferenza promossa dalla “Fondazione Romano Guardini”. Discorso del Santo Padre
“Così potremmo forse riconoscere che Dio, nella Sua sapienza, ha inviato a noi, nell’Europa ricca, l’affamato perché gli diamo da mangiare, l’assetato perché gli diamo da bere, il forestiero perché lo accogliamo, e l’ignudo perché lo vestiamo. La storia poi lo dimostrerà: se siamo un popolo, certamente lo accoglieremo come un nostro fratello; se siamo solamente un gruppo di individui più o meno organizzati, saremo tentati di salvare innanzitutto la nostra pelle, ma non avremo continuità”.
Signore e Signori, cari amici,
sono molto lieto di poter salutare voi membri della Fondazione Romano Guardini, venuti a Roma per partecipare al convegno promosso dall’Università Gregoriana in occasione del 130° anniversario della nascita di Guardini. Ringrazio il Prof. von Pufendorf per le gentili parole di saluto, e per aver annunciato l’imminente pubblicazione di un testo inedito. Sono convinto che Guardini sia un pensatore che ha molto da dire agli uomini del nostro tempo, e non solo ai cristiani. Con la vostra Fondazione voi state realizzando questo progetto, facendo entrare il pensiero di Guardini in un dialogo polifonico con gli ambiti della politica, della cultura e della scienza di oggigiorno. Auspico vivamente che questo impegno abbia buon successo.
sono molto lieto di poter salutare voi membri della Fondazione Romano Guardini, venuti a Roma per partecipare al convegno promosso dall’Università Gregoriana in occasione del 130° anniversario della nascita di Guardini. Ringrazio il Prof. von Pufendorf per le gentili parole di saluto, e per aver annunciato l’imminente pubblicazione di un testo inedito. Sono convinto che Guardini sia un pensatore che ha molto da dire agli uomini del nostro tempo, e non solo ai cristiani. Con la vostra Fondazione voi state realizzando questo progetto, facendo entrare il pensiero di Guardini in un dialogo polifonico con gli ambiti della politica, della cultura e della scienza di oggigiorno. Auspico vivamente che questo impegno abbia buon successo.
(Testo)
*** Messa a Santa Marta: omelia del Santo Padre
«Non cadere mai nell’idolatria delle immanenze e nell’idolatria delle abitudini» e puntare invece «sempre oltre: dall’immanenza guardare la trascendenza e dalle abitudini guardare l’abitudine finale, che sarà la contemplazione della gloria di Dio». Con la certezza che se «la vita è bella, anche il tramonto sarà tanto bello». Ecco le raccomandazioni, per non cadere nelle due idolatrie, suggerite dal Papa nella messa celebrata, venerdì mattina 13 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta.
Francesco ha preso le mosse dal salmo 18, proposto dalla liturgia. In quella preghiera, ha detto, «abbiamo ripetuto: “I cieli narrano la gloria di Dio”: la sua gloria, la sua bellezza, l’unica bellezza che rimane per sempre».
*** Messa a Santa Marta: omelia del Santo Padre
«Non cadere mai nell’idolatria delle immanenze e nell’idolatria delle abitudini» e puntare invece «sempre oltre: dall’immanenza guardare la trascendenza e dalle abitudini guardare l’abitudine finale, che sarà la contemplazione della gloria di Dio». Con la certezza che se «la vita è bella, anche il tramonto sarà tanto bello». Ecco le raccomandazioni, per non cadere nelle due idolatrie, suggerite dal Papa nella messa celebrata, venerdì mattina 13 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta.
Francesco ha preso le mosse dal salmo 18, proposto dalla liturgia. In quella preghiera, ha detto, «abbiamo ripetuto: “I cieli narrano la gloria di Dio”: la sua gloria, la sua bellezza, l’unica bellezza che rimane per sempre».
- “Si sono attaccati a questa idolatria; sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia. Non hanno pensato quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati Colui che è principio e autore della bellezza. E’ una idolatria guardare le bellezze – tante – senza pensare che ci sarà un tramonto. Anche il tramonto ha la sua bellezza… E questa idolatria di essere attaccati alle bellezze di qua, senza la trascendenza, noi tutti abbiamo il pericolo di averla. E’ l’idolatria dell’immanenza. Crediamo che le cose come sono, sono quasi dei, non finiranno mai. Dimentichiamo il tramonto”.
- “Tutto è abituale. La vita è così: viviamo così, senza pensare al tramonto di questo modo di vivere. Anche questa è una idolatria: essere attaccato alle abitudini, senza pensare che questo finirà. E la Chiesa ci fa guardare al fine di queste cose. Anche le abitudini possono essere pensate come dei. L’idolatria? La vita è così, andiamo così avanti… E così come la bellezza finirà in un’altra bellezza, l’abitudine nostra finirà in un’eternità, in un’altra abitudine. Ma c’è Dio!”.
- “Noi – i credenti – non siamo gente che torna indietro, che cede, ma gente che va sempre avanti”. Andare sempre avanti in questa vita, guardando le bellezze e con le abitudini che abbiamo tutti noi, ma senza divinizzarle. Finiranno… Siano queste piccole bellezze, che riflettono la grande bellezza, le nostre abitudini per sopravvivere nel canto eterno, nella contemplazione della gloria di Dio”.
- “Tutto è abituale. La vita è così: viviamo così, senza pensare al tramonto di questo modo di vivere. Anche questa è una idolatria: essere attaccato alle abitudini, senza pensare che questo finirà. E la Chiesa ci fa guardare al fine di queste cose. Anche le abitudini possono essere pensate come dei. L’idolatria? La vita è così, andiamo così avanti… E così come la bellezza finirà in un’altra bellezza, l’abitudine nostra finirà in un’eternità, in un’altra abitudine. Ma c’è Dio!”.
- “Noi – i credenti – non siamo gente che torna indietro, che cede, ma gente che va sempre avanti”. Andare sempre avanti in questa vita, guardando le bellezze e con le abitudini che abbiamo tutti noi, ma senza divinizzarle. Finiranno… Siano queste piccole bellezze, che riflettono la grande bellezza, le nostre abitudini per sopravvivere nel canto eterno, nella contemplazione della gloria di Dio”.
(Servizio)
Sabato 14 novembre 2015
*** Papa Franceso a TV2000 sugli attentati terroristici di ieri sera a Parigi: "Un pezzo della terza guerra mondiale ... questo non è umano"Papa Francesco in una conversazione telefonica con Lucio Brunelli direttore di TV2000 nel corso del programma Speciale dedicato alle stragi terroristiche perpetrate ieri sera a Parigi, tra le 21.30 e le 24 circa, in diversi locali della città e che hanno causato - secondo il bilancio provvisorio - almeno 125 morti e 80 feriti attualmente in gravi condizioni, ha così riflettuto profondamente emozionato (La trascrizione integrale):
Santità quali pensieri e sentimenti davanti alla carneficina di Parigi?
“Sono commosso e addolorato. Non capisco ma queste cose sono difficili da capire, fatte da essere umani. Per questo sono commosso, addolorato e prego. Sono tanto vicino al popolo francese tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per tutti loro”.Lei ha parlato tante volte di una terza guerra mondiale a pezzi?
“Questo è un pezzo, non ci sono giustificazioni per queste cose”.
Soprattutto non ci può essere una giustificazione religiosa?
“Religiosa e umana. Questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia che le voglio tanto bene. Ti ringrazio tanto per avermi chiamato”.
*** Messaggio del Santo Padre all’Arcivescovo di Parigi in occasione degli attentati terroristici avvenuti nella serata di ieri
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha inviato – a nome del Santo Padre – all’Arcivescovo di Parigi, Em.mo Card. André Vingt-Trois, a seguito degli attentati terroristici avvenuti nella serata di ieri nella Capitale francese:
Monsieur le Cardinal André Vingt-Trois
Archevêque de Paris
Informé des horribles attaques terroristes qui se sont produites à Paris et au Stade de France, causant la mort de très nombreuses personnes et en blessant beaucoup d’autres, Sa Sainteté le Pape François s’associe par la prière à la souffrance des familles éprouvées par ce drame ainsi qu’à la douleur du peuple français. Il invoque Dieu, Père de miséricorde, afin qu’il accueille les victimes dans la paix de sa lumière et apporte réconfort et espérance aux blessés et à leurs familles. Il les assure, ainsi que toutes les personnes qui ont participé aux secours, de sa proximité spirituelle. Une fois encore, le Saint-Père condamne avec vigueur la violence, qui ne peut rien résoudre, et il demande à Dieu d’inspirer à tous des pensées de paix et de solidarité et de répandre sur les familles dans l’épreuve et sur tous les Français, l’abondance de ses Bénédictions.
Cardinal Pietro Parolin
Secrétaire d’État de Sa Sainteté
*** Discorso di Papa Francesco al “Jesuit Refugee Service” in occasione del 35° anniversario di fondazione
"E non posso finire questo incontro, queste parole senza presentarvi un’icona: quel “canto del cigno” del padre Arrupe, proprio in un centro per rifugiati. Ci chiedeva di pregare, di non lasciare la preghiera."
Cari fratelli e sorelle,
vi do il benvenuto in occasione del 35° anniversario della fondazione del Jesuit Refugee Service, voluto dal P. Pedro Arrupe, allora Superiore Generale della Compagnia di Gesù. L’impressione e l’angoscia da lui sofferti di fronte alle condizioni dei boat people sud-vietnamiti, esposti agli attacchi dei pirati e alle tempeste nel Mar Cinese Meridionale, lo indussero a prendere questa iniziativa.
P. Arrupe, che aveva sperimentato l’esplosione della bomba atomica a Hiroshima, si rese conto delle dimensioni di quel tragico esodo di profughi.
[Text: Italiano, English]
"E non posso finire questo incontro, queste parole senza presentarvi un’icona: quel “canto del cigno” del padre Arrupe, proprio in un centro per rifugiati. Ci chiedeva di pregare, di non lasciare la preghiera."
Cari fratelli e sorelle,
vi do il benvenuto in occasione del 35° anniversario della fondazione del Jesuit Refugee Service, voluto dal P. Pedro Arrupe, allora Superiore Generale della Compagnia di Gesù. L’impressione e l’angoscia da lui sofferti di fronte alle condizioni dei boat people sud-vietnamiti, esposti agli attacchi dei pirati e alle tempeste nel Mar Cinese Meridionale, lo indussero a prendere questa iniziativa.
P. Arrupe, che aveva sperimentato l’esplosione della bomba atomica a Hiroshima, si rese conto delle dimensioni di quel tragico esodo di profughi.
[Text: Italiano, English]
Tweet della settimana
- "Tutti noi cristiani siamo chiamati a imitare il Buon Pastore e prenderci cura delle famiglie ferite." (giovedì 12 novembre 2015)
-Esprimo il mio profondo dolore per gli attacchi terroristici di Parigi. Pregate con me per le vittime e le loro famiglie. #PrayersForParis (sabato 14 novembre 2015)
- "Tutti noi cristiani siamo chiamati a imitare il Buon Pastore e prenderci cura delle famiglie ferite." (giovedì 12 novembre 2015)
-Esprimo il mio profondo dolore per gli attacchi terroristici di Parigi. Pregate con me per le vittime e le loro famiglie. #PrayersForParis (sabato 14 novembre 2015)