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Vaticano
(a cura Redazione "Il sismografo") 
(Francesco Saverio Brocal) Il flusso di notizie, analisi e commenti della settimana sul magistero e sugli impegni di Papa Francesco è stato fortemente dominato dalle su ferme e chiare parole di condanne riguardo gli attentati di Parigi e più in generale del terrorismo e dell'uso blasfemo del nome di "Dio" per giustificare crimini odiosi. Sulle prese di posizioni del Santo Padre si è scritto molto in tutte le lingue e sul web il suo pensiero è stato sempre presente, visibile e ricorrente. Altri momenti molto evidenziati dalla stampa digitale sono stati l'annuncio della Visita alla Sinagoga di Roma nel gennaio 2016; la Catechesi dedicata all'apertura l'8 dicembre dell'Anno giubilare della Misericordia e, infine, il Comunicato della Santa Sede che annuncia il rinvio a giudizio di 5 persone coinvolte nel furto di documento della Santa Sede.
Domenica 15 novembre 2015
***  L'Angelus di Papa Francesco
"La nostra meta finale è l’incontro con il Signore risorto. Noi non attendiamo un tempo o un luogo, ma andiamo incontro a una persona: Gesù. Pertanto, il problema non è “quando” accadranno i segni premonitori degli ultimi tempi, ma il farsi trovare pronti"
Il Vangelo di questa penultima domenica dell’anno liturgico propone una parte del discorso di Gesù sugli avvenimenti ultimi della storia umana, orientata verso il pieno compimento del regno di Dio (cfr Mc 13,24-32). E’ un discorso che Gesù fece a Gerusalemme, prima della sua ultima Pasqua. Esso contiene alcuni elementi apocalittici, come guerre, carestie, catastrofi cosmiche. 
*** Papa Francesco sugli attentati in Francia venerdì scorso: "Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità!" - "Utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strafa è una bestemmia"
Cari fratelli e sorelle,
desidero esprimere il mio dolore per gli attacchi terroristici che nella tarda serata di venerdì hanno insanguinato la Francia, causando numerose vittime. Al Presidente della Repubblica Francese e a tutti i cittadini porgo l’espressione del mio più fraterno cordoglio. Sono vicino in particolare ai familiari di quanti hanno perso la vita e ai feriti.
Tanta barbarie ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore dell’uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti intollerabili, non si può non condannare l’inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità! E che utilizzare il nome di Dio per giustificate questa strafa è una bestemmia.
Vi invito ad unirvi alla mia preghiera: affidiamo alla misericordia di Dio le inermi vittime di questa tragedia. La Vergine Maria, Madre di misericordia, susciti nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi di pace. A Lei chiediamo di proteggere e vegliare sulla cara Nazione francese, la prima figlia della Chiesa, sull’Europa e sul mondo intero.
Il Papa inviata a pregare in silenzio e poi a recitare tutti insieme l'Ave Maria
*** Papa Francesco nella Chiesa Luterana di Roma. Risposte del Santo Padre alle domande rivolte durante l'incontro. Omelia pronunciata a braccio e Testo preparato
(Testo) 
Lunedì 16 novembre 2015
*** Riunione del Santo Padre con i Capi Dicastero della Curia Romana. Rinunce e nomine 
(Bolletino)
*** Messa a Santa Marta. Omelia del Santo Padre
Un invito a non mettere «all’asta la nostra carta d’identità» cristiana, a non uniformarci allo spirito del mondo, che quando riesce a prevalere porta all’apostasia e alla persecuzione. Lo ha individuato Papa Francesco commentando la liturgia della parola di lunedì mattina, 16 novembre, durante la consueta celebrazione della messa nella cappella di Casa Santa Marta.
Il Pontefice ha dedicato la sua riflessione interamente alla prima lettura, tratta dal primo libro dei Maccabei (1, 10-15.41-43.54-57 62-64), riassumendone i contenuti «con tre parole: mondanità, apostasia, persecuzione». Rileggendolo, Francesco ha fatto notare «che il brano incomincia così: “In quei giorni uscì una radice perversa”». E ha spiegato come «l’immagine della radice che è sotto terra, non si vede, sembra non fare male, ma poi cresce e mostra, fa vedere, la propria realtà» negativa, sia presente anche nella lettera agli Ebrei, il cui «autore ammoniva i suoi nello stesso modo: “Che non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi mali e ne contagi tanti”».
- “Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo - il pensiero unico; la mondanità – e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re; anche molti israeliti accettarono il suo culto: sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. L’apostasia. Cioè, la mondanità ti porta al pensiero unico e all’apostasia.

- “E chiediamo al Signore per la Chiesa, perché il Signore la custodisca da ogni forma di mondanità. Che la Chiesa sempre abbia l’identità disposta da Gesù Cristo; che tutti noi abbiamo l’identità che abbiamo ricevuto nel battesimo, e che questa identità per voler essere come tutti, per motivi di ‘normalità’, non venga buttata fuori. Che il Signore ci dia la grazia di mantenere e custodire la nostra identità cristiana contro lo spirito di mondanità che sempre cresce, si giustifica e contagia”.
(Testo)
Martedì 17 novembre 2015
*** Messa a Santa Marta: omelia di Papa Francesco
Non lasciarsi indebolire dallo spirito del mondo e vivere coerentemente, senza cedimenti e compromessi, il proprio essere cristiani. È l’invito che Papa Francesco, meditando sulle letture del giorno, ha rivolto durante la messa celebrata martedì 17 novembre a Santa Marta. Seguendo la via attraverso la quale in questi giorni «la Chiesa ci prepara alla fine dell’anno liturgico», il Pontefice ha parlato di «come comportarsi nella persecuzione». E per farlo ha sviluppato il filo logico avviato il giorno prima, quando la sua riflessione si era soffermata sui tre concetti della «mondanità» dell’«apostasia» e della «persecuzione».Lo spunto gli stato offerto dal brano del secondo libro dei Maccabei (6, 18-31) nel quale il novantenne Eleàzaro — una sorta di “Policarpo”, di pater familias dell’Antico testamento — «non si lascia indebolire dallo spirito della mondanità» e «davanti alla prova non si arrende».
- “Il tarlo della mondanità ha rovinato la sua identità cristiana, è incapace di coerenza. ‘Oh, io sono tanto cattolico, padre, io vado a Messa tutte le domeniche, ma tanto cattolico’. E poi vai a lavorare, a fare il tuo mestiere: ‘Ma se tu mi compri questo, facciamo questa tangente e tu prendi la tangente’. Questa non è coerenza di vita, questa è mondanità, per dare un esempio. La mondanità ti porta alla doppia vita, quella che appare e quella che è vera, e ti allontana da Dio e distrugge la tua identità cristiana”.
“Lo spirito cristiano, l’identità cristiana, mai è egoista, sempre cerca di curare con la propria coerenza, curare, evitare lo scandalo, curare gli altri, dare un buon esempio. ‘Ma non è facile, padre, vivere in questo mondo, dove le tentazioni sono tante, e il trucco della doppia vita ci tenta tutti i giorni, non è facile’. Per noi non solo non è facile, è impossibile. Soltanto Lui è capace di farlo. E per questo abbiamo pregato nel Salmo: ‘Il Signore mi sostiene’. Il sostegno nostro contro la mondanità che distrugge la nostra identità cristiana, che ci porta alla doppia vita, è il Signore”.
 

*** Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: Visita del Papa al Tempio Maggiore di Roma
A seguito dell'invito del Rabbino Capo e della Comunità Ebraica di Roma, Papa Francesco si recherà in visita al Tempio Maggiore nel pomeriggio di domenica 17 gennaio 2016. Si tratta della terza visita di un Papa al Tempio Maggiore di Roma, dopo quelle di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
La visita sarà caratterizzata dall'incontro personale del Papa con i rappresentanti dell'ebraismo e i membri della Comunità. Il programma più dettagliato della visita sarà comunicato a suo tempo.
[Text: Italiano. English, Español, Français]

Mercoledì 18 novembre 2015
*** L'Udienza generale di Papa Francesco, L'Anno della Misericordia
"Gesù è la porta che ci fa entrare e uscire. Perché l’ovile di Dio è un riparo, non una prigione! Sono i ladri, quelli che cercano di evitare la porta, perché hanno intenzioni cattive, e si intrufolano nell’ovile per ingannare le pecore e approfittare di loro"
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Con questa riflessione siamo arrivati alle soglie del Giubileo, è vicino! Davanti a noi sta la grande porta della Misericordia di Dio, una porta bella, che accoglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono. La porta è generosamente aperta, ma noi dobbiamo coraggiosamente varcare la soglia, ognuno di noi ha dentro di sè cose che pesano o no? Tutti siamo peccatori, approfittiamo di questo momento che viene e varchiamo la soglia di questa misericordia di Dio che mai si stanca di perdonare, entriamo per questa porta coraggio! Dal Sinodo dei Vescovi, che abbiamo celebrato nello scorso mese di ottobre, tutte le famiglie, e la Chiesa intera, hanno ricevuto un grande incoraggiamento a incontrarsi sulla soglia di questa porta aperta.
(Testo)
*** Papa Francesco: la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e il dono della vocazione degli uomini e delle donne che, nei monasteri e negli eremi, hanno dedicato la loro vita a Dio
Dopodomani ricorrerà la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia. È un dovere di tutti proteggere i bambini e anteporre ad ogni altro criterio il loro bene, affinché non siano mai sottoposti a forme di servitù e maltrattamenti. Auspico che la Comunità internazionale possa vigilare attentamente sulle condizioni di vita dei fanciulli, specialmente là dove sono esposti al reclutamento da parte di gruppi armati; come pure possa aiutare le famiglie a garantire ad ogni bambino e bambina il diritto alla scuola e all’educazione.
*****
Il 21 novembre, poi, la Chiesa ricorda la Presentazione di Maria Santissima al Tempio. In tale circostanza ringraziamo il Signore per il dono della vocazione degli uomini e delle donne che, nei monasteri e negli eremi, hanno dedicato la loro vita a Dio. Affinché le comunità di clausura possano compiere la loro importante missione, nella preghiera e nel silenzio operoso, non facciamo mancare la nostra vicinanza spirituale e materiale.

Giovedì 19 novembre 2015 
*** Messa a Santa Marta: l'omelia del Santo Padre
Il mondo ritrovi la strada della pace «proprio alla porta di questo giubileo della misericordia». È il grido lanciato da Papa Francesco nella messa celebrata giovedì mattina, 19 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta. «Gesù ha pianto» ha subito affermato Francesco nell’omelia, rilanciando le parole del passo evangelico di Luca (19, 41-44). Quando infatti «fu vicino a Gerusalemme», il Signore «alla vista della città pianse». E perché? È Gesù stesso a rispondere: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi».
- “Cosa rimane? Rovine, migliaia di bambini senza educazione, tanti morti innocenti: tanti!, e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Una volta, Gesù ha detto: ‘Non si può servire due padroni: o Dio, o le ricchezze’. La guerra è proprio la scelta per le ricchezze: ‘Facciamo armi, così l’economia si bilancia un po’, e andiamo avanti con il nostro interesse’. C’è una parola brutta del Signore: ‘Maledetti!’. Perché Lui ha detto: ‘Benedetti gli operatori di pace!’. Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti. Una guerra si può giustificare – fra virgolette – con tante, tante ragioni. Ma quando tutto il mondo, come è oggi, è in guerra, tutto il mondo!: è una guerra mondiale – a pezzi: qui, là, là, dappertutto … - non c’è giustificazione. E Dio piange. Gesù piange”.
- “E mentre i trafficanti di armi fanno il loro lavoro – prosegue Francesco – ci sono i poveri operatori di pace che soltanto per aiutare una persona, un’altra, un’altra, un’altra, danno la vita”. Come fece “un’icona dei nostri tempi, Teresa di Calcutta”. Contro la quale pure, osserva, “con il cinismo dei potenti, si potrebbe dire: ‘Ma cosa ha fatto quella donna? Ha perso la sua vita aiutando la gente a morire?”. Non si capisce la strada della pace…”:
- “Ci farà bene anche a noi chiedere la grazia del pianto, per questo mondo che non riconosce la strada della pace. Che vive per fare la guerra, con il cinismo di dire di non farla. Chiediamo la conversione del cuore. Proprio alla porta di questo Giubileo della Misericordia, che il nostro giubilo, la nostra gioia sia la grazia che il mondo ritrovi la capacità di piangere per i suoi crimini, per quello che fa con le guerre”.

*** Udienza ai partecipanti alla Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute). Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
grazie per la vostra accoglienza! Ringrazio Sua Eccellenza Mons. Zygmunt Zimowski per il cortese saluto che mi ha rivolto a nome anche di tutti i presenti, e do il mio cordiale benvenuto a voi, organizzatori e partecipanti di questa trentesima Conferenza Internazionale dedicata a “La cultura della salus e dell’accoglienza al servizio dell’uomo e del pianeta”. Un grazie sentito a tutti i collaboratori del Dicastero.
(Testo)

Venerdì 20 novembre
*** Messa a Santa Marta: omelia del Santo Padre

Sollecitato dalla liturgia quotidiana, Francesco è tornato a parlare della Chiesa e dei rischi che corre quando si fa vincere dalla tentazione della mondanità: invece di essere fedele al Signore, si lascia sedurre dai soldi e dal potere.
Nell’omelia tenuta durante la messa a Santa Marta, venerdì 20 novembre, il Papa ha fatto notare come «in questi ultimi giorni» la Chiesa ci abbia fatto riflettere «sul processo di mondanità, di apostasia che finisce nella persecuzione». Le Scritture hanno proposto alla riflessione «quella mondanità del popolo di Dio che voleva cambiare l’alleanza con le usanze di tutta la gente pagana».

- “Gesù caccia via dal Tempio non i sacerdoti, gli scribi; caccia via questi che facevano affari, gli affaristi del Tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi erano collegati con loro: c’era la ‘santa tangente’ lì! Ricevevano da questi, erano attaccati ai soldi e veneravano questa santa. Il Vangelo è molto forte.  Dice: ‘I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire a Gesù e così anche i capi del popolo’. Lo stesso che era accaduto al tempo di Giuda Maccabeo. E perché? Per questo motivo: ‘Ma non sapevano che cosa fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo’. La forza di Gesù era la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per la corruzione! E questa è la lotta di ognuno di noi, questa è la lotta quotidiana della Chiesa: sempre Gesù, sempre con Gesù, sempre pendenti dalle sue labbra, per sentire la sua parola; e mai cercare sicurezze dove ci sono cose di un altro padrone. Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o Dio o le ricchezze; o Dio o il potere”.

*** Udienza ai partecipanti al Convegno promosso dalla Congregazione per il Clero in occasione del 50.mo anniversario dei Decreti Conciliari “Optatam totius” e “Presbyterorum ordinis”
Signori Cardinali,
cari fratelli Vescovi e sacerdoti,
fratelli e sorelle,
rivolgo a ciascuno un cordiale saluto ed esprimo un sincero ringraziamento a Lei, Cardinale Stella, e alla Congregazione per il Clero, che mi hanno invitato a partecipare a questo Convegno, a cinquant’anni dalla promulgazione dei Decreti conciliari Optatam totius e Presbyterorum ordinis.
Mi scuso di aver cambiato il primo progetto, che era che venissi io da voi, ma avete visto che il tempo non c’era e anche qui sono arrivato in ritardo!
Non si tratta di una “rievocazione storica”. Questi due Decreti sono un seme, che il Concilio ha gettato nel campo della vita della Chiesa; nel corso di questi cinque decenni essi sono cresciuti, sono diventati una pianta rigogliosa, certamente con qualche foglia secca, ma soprattutto con tanti fiori e frutti che abbelliscono la Chiesa di oggi.
(Testo)

*** Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Federale di Germania. Discorso di Papa Francesco
Cari confratelli,
sono lieto di potervi salutare qui in Vaticano, in occasione della vostra Visita ad limina. Il pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli è un momento importante nella vita di ogni Vescovo. Significa un rinnovamento del vincolo con la Chiesa universale, la quale procede attraverso lo spazio e il tempo come popolo di Dio in cammino, portando fedelmente il patrimonio della fede nel corso dei secoli e a tutti i popoli. Ringrazio di cuore il Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, il Cardinale Reinhard Marx, per le sue cortesi parole di saluto. A tutti voi esprimo la mia riconoscenza perché mi aiutate a portare avanti il Ministero di Pietro tramite la vostra preghiera e il vostro operato nelle Chiese particolari. Vi ringrazio in modo speciale per il grande sostegno che la Chiesa in Germania, attraverso molti opere caritative, offre agli uomini in tutto il mondo.
(Testo)

*** Comunicato della Sala Stampa: Udienza al Presidente della Repubblica di Ucraina.[Text: Italiano, Français, English, Español]
Sabato 21 novembre
*** Udienza di Papa Francesco ai partecipanti al Congresso promosso dalla Congregazione per l’educazione cattolica,
Il Pontefice invita gli insegnanti cristiani a sperimentare nuovi metodi inclusivi. Orizzonti aperti
(Servizio - Osservatore Romano)

*** Testo ufficiale e integrale delle risposte del Papa alle domande
(Testo)
*** Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: Richiesta di rinvio a giudizio
Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha provveduto alla notifica agli imputati e ai loro avvocati della richiesta di rinvio a giudizio presentata dall’Ufficio del Promotore di Giustizia aconclusione della fase istruttoria del procedimento in corso per la divulgazione illecita di notizie e documenti riservati, e del conseguente Decreto di rinvio a giudizio, emesso dal Presidente del Tribunale in data 20 novembre.
Richiesta di rinvio a giudizio
Pubblichiamo qui di seguito la parte dispositiva della richiesta, firmata dal Promotore di Giustizia, Prof. Avv. Gian Pietro Milano, e dal Promotore di Giustizia Aggiunto, Prof. Avv. Roberto Zannotti:
Comunicato - Sala stampa della Santa Sede
 

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