Il Messaggero
(Franca Giansoldati) Appello di Francesco dopo gli attentati «Nella Chiesa tutto deve essere aperto» In Vaticano più controlli, calo sensibile delle presenze all' udienza del mercoledì. Persino sotto al Cupolone l' effetto Parigi è evidente e si misura a occhio nudo. Ieri mattina bastava un rapido sguardo per capire che in piazza, nonostante la bella giornata soleggiata, mossa da qualche piccola nuvola nel cielo, c' era molta meno gente del previsto ad ascoltare la catechesi di Papa Francesco. Brutto segno. E' questa la conseguenza più immediata della paura di attentati, di qualche gesto folle, di un kamikaze. Le immagini sconvolgenti di ciò è accaduto in Francia pochi giorni fa, hanno colpito l' immaginario collettivo e scatenato timori reconditi, alterando le abitudini delle persone. Anche dei pellegrini.
(Franca Giansoldati) Appello di Francesco dopo gli attentati «Nella Chiesa tutto deve essere aperto» In Vaticano più controlli, calo sensibile delle presenze all' udienza del mercoledì. Persino sotto al Cupolone l' effetto Parigi è evidente e si misura a occhio nudo. Ieri mattina bastava un rapido sguardo per capire che in piazza, nonostante la bella giornata soleggiata, mossa da qualche piccola nuvola nel cielo, c' era molta meno gente del previsto ad ascoltare la catechesi di Papa Francesco. Brutto segno. E' questa la conseguenza più immediata della paura di attentati, di qualche gesto folle, di un kamikaze. Le immagini sconvolgenti di ciò è accaduto in Francia pochi giorni fa, hanno colpito l' immaginario collettivo e scatenato timori reconditi, alterando le abitudini delle persone. Anche dei pellegrini.
LA GIORNATA La zona vaticana, solitamente affollatissima il mercoledì, era meno piena del solito, rispetto alle udienze generali delle settimane passate. Fuori dalla piazza sono stati rafforzati i controlli da parte della polizia, e nella zona di Borgo Pio erano presenti diverse pattuglie di vigili urbani a controllare il flusso dei turisti. Ma a scoraggiare i fedeli non sono state tanto le file o le solite ispezioni agli zainetti e alle borse. A fare cambiare il comportamento di tanti gruppi che all' ultimo minuto hanno deciso di non partire, è stata l' ansia che qualcosa potesse accadere anche lì, nella piazza più famosa del mondo, la più simbolica. Proprio ieri, in uno messaggi filtrati on-line dai terroristi del Daesh, si leggevano minacce verso San Pietro. «Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell' idolatria e i crociati finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano». Si sa che la guerra al terrore inizia dalla propaganda, dalle frasi roboanti, intanto però a farne le spese sono le abitudini. In alcuni dei più grossi centri di accoglienza per pellegrini, gestiti dalla Chiesa, è filtrato che si cominciano a registrare le prime cancellazioni di prenotazioni fatte per prendere parte alla messa dell' 8 dicembre, inizio del Giubileo. Monsignor Liberio Andreatta, dell' Opera Romana Pellegrinaggi, spiega tranquillo che tutto questo è fisiologico dopo quello che è accaduto. Le cose dovrebbero tornare nella normalità tra qualche giorno, quando si attenuerà la fobia. Francesco, intanto, da piazza San Pietro ieri mattina rifletteva proprio sul potere della paura, una delle emozioni più forti dominata dall' istinto. Ed è in tempi liquidi come questi che la Chiesa deve cominciare a far circolare i propri anticorpi. Senza trincerarsi. «Una Chiesa inospitale, così come una famiglia rinchiusa su se stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo. Niente porte blindate nella Chiesa, niente! Tutto aperto». La catechesi si è concentrata sul Giubileo e sul concetto di misericordia. «Ci sono tanti posti nel mondo dove le porte blindate sono diventate normali, ma non dobbiamo arrenderci all' idea di dover applicare questo sistema, che anche è di sicurezza, a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società, e tanto meno alla vita della Chiesa». Bergoglio ha preso spunto dalle porte sante che verranno aperte con il Giubileo, per affrontare il loro significato simbolico. Un varco che, nella società e nella Chiesa, deve «custodire ma non respingere». Parlava in generale, senza fare cenni a situazioni precise, ma sullo sfondo di queste parole si coglieva l' eco dei suoi appelli a favore dei profughi ammassati ai confini dell' Europa dell' Est.
IL MONITO Un po' di tempo fa, a proposito della tendenza a innalzare muri e barriere di separazione, aveva rammentato che la storia insegna a non riporre troppa fiducia in questi sistemi. «Anche perché le barriere di filo spinato, i muri per fermare i migranti prima o poi crollano, crollano tutti, non sono la soluzione e aumentano l' odio». Il Giubileo alle porte sprona i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a essere sì prudenti, ma nello stesso tempo misericordiosi. «Davanti a noi sta la porta, ma non solo la Porta santa: la grande porta della Misericordia di Dio. E' generosamente aperta, ci vuole un po' di coraggio da parte nostra per varcare la soglia». La paura va dominata.