Repubblica.it
(Paolo Rodari) «Le parole del presidente Mattarella mi sembrano in continuità con le preoccupazioni che il Quirinale ha espresso, anche precedentemente con Giorgio Napolitano, in diverse occasioni e più messaggi. E sono in linea anche con quanto la Santa Sede al suo livello più alto, dal Papa ai suoi rappresentanti nelle istituzioni internazionali, ha da sempre sostenuto laddove ha ricordato la necessità del rispetto di tutte le minoranze religiose e quindi anche dei cristiani che in alcuni Paesi del mondo soffrono ingiustamente ».
(Paolo Rodari) «Le parole del presidente Mattarella mi sembrano in continuità con le preoccupazioni che il Quirinale ha espresso, anche precedentemente con Giorgio Napolitano, in diverse occasioni e più messaggi. E sono in linea anche con quanto la Santa Sede al suo livello più alto, dal Papa ai suoi rappresentanti nelle istituzioni internazionali, ha da sempre sostenuto laddove ha ricordato la necessità del rispetto di tutte le minoranze religiose e quindi anche dei cristiani che in alcuni Paesi del mondo soffrono ingiustamente ».
Gian Maria Vian, storico delle religioni e direttore de L'Osservatore Romano, legge le parole inviate ieri da Mattarella al quotidiano Il Foglio come «un importante richiamo soprattutto tenendo del conflitto strisciante in atto in diverse parti del mondo».
Ricordare le sofferenze dei cristiani non significa avallare l'idea che sia in atto uno guerra di religione?
«Assolutamente no, significa semmai riconoscere che in alcuni Paesi vivono minoranze religiose autoctone che purtroppo rischiano l' estinzione. È un' ingiustizia contro la quale è corretto alzare la voce».
Mattarella ha avuto coraggio?
«Certamente. E l' ha fatto da presidente cattolico che però ha un rispetto assoluto per la distinzione dei ruoli. Egli rappresenta la voce istituzionalmente più autorevole del nostro Paese e c'è da augurarsi che questa voce venga ascoltata e incoraggi soprattutto quella maggioranza silenziosa dell' islam che ritiene che i suoi valori siano la convivenza, la tolleranza e la pace. Mattarella in questo senso può aiutare tutte le forze sia politiche sia religiose che cercano di fare da argine alla predicazione dell'odio».
Ricordare le sofferenze dei cristiani non significa avallare l'idea che sia in atto uno guerra di religione?
«Assolutamente no, significa semmai riconoscere che in alcuni Paesi vivono minoranze religiose autoctone che purtroppo rischiano l' estinzione. È un' ingiustizia contro la quale è corretto alzare la voce».
Mattarella ha avuto coraggio?
«Certamente. E l' ha fatto da presidente cattolico che però ha un rispetto assoluto per la distinzione dei ruoli. Egli rappresenta la voce istituzionalmente più autorevole del nostro Paese e c'è da augurarsi che questa voce venga ascoltata e incoraggi soprattutto quella maggioranza silenziosa dell' islam che ritiene che i suoi valori siano la convivenza, la tolleranza e la pace. Mattarella in questo senso può aiutare tutte le forze sia politiche sia religiose che cercano di fare da argine alla predicazione dell'odio».