Vaticano
Francesco visiterà, per la prima volta da Pontefice, una sinagoga: il Tempio Maggiore di Roma
(a cura redazione Il sismografo) Francesco visiterà, per la prima volta da Pontefice, una sinagoga: il Tempio Maggiore di Roma
(Francesco Gagliano) Cadrà nel cinquantenario della dichiarazione apostolica Nostra Aetate - celebrata da Papa Francesco con una solenne Udienza generale interreligiosa lo scorso 28 ottobre - la prima visita del Pontefice argentino ad una sinagoga. Bergoglio ha fatto ufficialmente sapere di aver accettato l'invito del Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici di recarsi al Tempio Maggiore, l'incontrò si terrà il 17 gennaio prossimo.
L'evento è quindi carico di grandi e positivi auspici: per l'anno giubilare della Misericordia iniziato da poche settimane, per la cinquantesima ricorrenza della Nostra Aetate, perchè Francesco - in occasione della sua prima visita come Successore di Pietro - seguirà le orme di Giovanni Paolo II (nel 1986) e di Benedetto XVI (nel 2010). Quando Wojtyla si recò al Tempio Maggiore desiderò ricordare che già altri pontefici avevano gettato un "ponte" di dialogo e fratellanza con i fratelli ebrei, in particolare Giovanni XXII, e specificò che intendeva raccogliere proprio la sua eredità poiché "(...) una volta, passando di qui - come or ora ha ricordato il Rabbino capo - fece fermare la macchina per benedire la folla di ebrei che uscivano da questo stesso Tempio. E vorrei raccoglierne l’eredità in questo momento, trovandomi non più all’esterno bensì, grazie alla vostra generosa ospitalità, all’interno della Sinagoga di Roma". Lo spirito del Concilio Vaticano II e della Nostra Aetate permea naturalmente questo primo incontro, troppo recenti sono le ferite inferte e ricevute, e forte è il bisogno di consolidare in modo irreversibile un rapporto fraterno e indissolubile; tali intenti sono evidenti anche nelle parole di Benedetto XVI: "Venendo tra voi per la prima volta da cristiano e da Papa, il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, quasi ventiquattro anni fa, intese offrire un deciso contributo al consolidamento dei buoni rapporti tra le nostre comunità, per superare ogni incomprensione e pregiudizio. Questa mia visita si inserisce nel cammino tracciato, per confermarlo e rafforzarlo. Con sentimenti di viva cordialità mi trovo in mezzo a voi per manifestarvi la stima e l’affetto che il Vescovo e la Chiesa di Roma, come pure l’intera Chiesa Cattolica, nutrono verso questa Comunità e le Comunità ebraiche sparse nel mondo".
Discorso di Giovanni Paolo II, 13 aprile 1986
Discorso di Benedetto XVI, 17 gennaio 2010.
L'evento è quindi carico di grandi e positivi auspici: per l'anno giubilare della Misericordia iniziato da poche settimane, per la cinquantesima ricorrenza della Nostra Aetate, perchè Francesco - in occasione della sua prima visita come Successore di Pietro - seguirà le orme di Giovanni Paolo II (nel 1986) e di Benedetto XVI (nel 2010). Quando Wojtyla si recò al Tempio Maggiore desiderò ricordare che già altri pontefici avevano gettato un "ponte" di dialogo e fratellanza con i fratelli ebrei, in particolare Giovanni XXII, e specificò che intendeva raccogliere proprio la sua eredità poiché "(...) una volta, passando di qui - come or ora ha ricordato il Rabbino capo - fece fermare la macchina per benedire la folla di ebrei che uscivano da questo stesso Tempio. E vorrei raccoglierne l’eredità in questo momento, trovandomi non più all’esterno bensì, grazie alla vostra generosa ospitalità, all’interno della Sinagoga di Roma". Lo spirito del Concilio Vaticano II e della Nostra Aetate permea naturalmente questo primo incontro, troppo recenti sono le ferite inferte e ricevute, e forte è il bisogno di consolidare in modo irreversibile un rapporto fraterno e indissolubile; tali intenti sono evidenti anche nelle parole di Benedetto XVI: "Venendo tra voi per la prima volta da cristiano e da Papa, il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II, quasi ventiquattro anni fa, intese offrire un deciso contributo al consolidamento dei buoni rapporti tra le nostre comunità, per superare ogni incomprensione e pregiudizio. Questa mia visita si inserisce nel cammino tracciato, per confermarlo e rafforzarlo. Con sentimenti di viva cordialità mi trovo in mezzo a voi per manifestarvi la stima e l’affetto che il Vescovo e la Chiesa di Roma, come pure l’intera Chiesa Cattolica, nutrono verso questa Comunità e le Comunità ebraiche sparse nel mondo".
Discorso di Giovanni Paolo II, 13 aprile 1986
Discorso di Benedetto XVI, 17 gennaio 2010.