L'Unità
(Natalia Lombardo) Il Papa all' Angelus: «Rubare documenti è reato. Chiesto io quello studio, avevo preso misure» Galantino: «Una vergogna se veramente sono stati usati dei soldi per l' attico di Bertone». Natalia Lombardo Ha rotto il silenzio alla fine dell' Angelus, Papa Francesco. Davanti a migliaia di fedeli, dal balcone su piazza San Pietro ha usato parole molto chiare e forti per condannare il furto di documenti, le trame che hanno portato al secondo caso "Vatileaks", ma soprattutto per far sapere che questi veleni non lo fermeranno. Parole semplici, per dire che già conosceva i documenti segreti che sono stati trafugati e che già aveva avviato l' operazione di trasparenza nella gestione delle finanze della Chiesa e per un buon uso delle risorse. «Questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma avviato», è il messaggio lanciato da Bergoglio più all' interno del Vaticano che all' esterno. Del resto pochi giorni fa nella Messa a Santa Marta aveva stigmatizzato chi predica la povertà della Chiesa e poi «fa una vita da faraone». «So che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati», così il Papa ha introdotto l' argomento. Ma «rubare» e diffondere i documenti riservati è stato «un reato», ha detto Francesco, «far uscire quei documenti è stato uno sbaglio. Un fatto deplorevole che non aiuta». «Io stesso avevo chiesto di fare quello studio», ha rivelato pubblicamente, «e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili». Bergoglio si rivolge ai fedeli, che lo interrompono con molti applau si, e li assicura che «questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi». Anche nell' omelia la scelta del passo del Vangelo era un preludio: il Tempio di Gerusalemme, la differenza tra i ricchi che «versano tante monete» pavoneggiandosi con ostentazione e una vedova che, con umiltà, «mette appena due spiccioli, tutto quanto aveva da vivere». Domani il Papa sarà a Firenze, per il quinto Convegno Ecclesiale Nazionale che si apre oggi. Per il "Vati leaks 2" al momento gli indagati Oltretevere sono due: il monsignore spagnolo dell' Opus Dei Lucio Vallejo Balda, detenuto nelle celle vaticane, e Francesca Immacolata Chaouqui, rilasciata per aver collaborato alle indagini. Ma potrebbe allargarsi il numero di persone coinvolte: in questi giorni negli uffici del magistrato vaticano sono passate diverse persone informate sulle vicende, anche se non E Prefettura Affari Economici Ne era segretario mons. Vallejo Balda, principale indiziato F Tribunale Interrogatori del Promotore di Giustizia anche per Francesca Chaouqui G Prigione Dove è agli arresti il monsignore spagnolo (già cella di Paolo Gabriele) H Sala Stampa Minaccia azioni legali contro i libri in uscita di Nuzzi e Fittipaldi indagate. E la Santa Sede ha fatto sapere che, sul furto dei documenti, potrebbero essere presi altri provvedimenti o chieste rogatorie internazionali. C' è poi il caso di Mario Benotti, giornalista coinvolto nell' inchiesta, non indagato, che ha comunque lasciato gli incarichi di capo segreteria particolare del Sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, e quello di consulente del sindaco di Firenze Dario Nardella. Benotti in alcune interviste si dichiara estraneo ai fatti e si dice «la persona più distante anche solo dall' idea di una cospirazione nei confronti del Papa». Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, conferma che la riforma della Chiesa va avanti, ma «c' è a volontà di qualcuno a voler mettere il silenziatore a questa parola bella di Papa Francesco». A "l' Intervista" su SkyTg24 Galantino ha detto che «rovistare nella spazzatura» non è giornalismo, ma il dossier Vatileaks mostra una realtà di «incoerenza» nella Chiesa che «deve fare vergogna», dato che «ci sono nomi e cognomi». E se si dovesse accertare che «per aggiustare l' appartamento di Bertone hanno preso i soldi da altre realtà è un fatto del quale vergognarci e al quale porre rimedio», ha affermato Galantino, e questo «non perché lo dicono Nuzzi o Fittipaldi ma perché è nel dna della Chiesa». Intanto, secondo notizie di stampa, il nuovo management del Bambin Gesù, appena nominato, sarebbe intenzionato a chiedere indietro all' ex Segretario di Stato vaticano quei 200mila euro versati in passato dalla Fondazione per la ristrutturazione dell' appartamento.