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Sole 24 Ore
(Carlo Marroni) «Utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada», quella della violenza e dell' odio, «è una bestemmia». Dalla finestra del palazzo Apostolico per l' Angelus della domenica il Papa ieri ha condannato nuovamente la strage di Parigi, rivendicata dai terroristi islamici dell' Isis. Francesco - che ha usato parole a braccio non previste dal testo scritto diffuso in precedenza dalla sala stampa - ha espresso nuovamente «profondo dolore» per gli «attacchi terroristici» che hanno «insanguinato la Francia» e causato «numerose vittime».
Al presidente francese, François Hollande, «e a tutti i cittadini porgo l' espressione del mio fraterno cordoglio. Sono vicino in particolare ai familiari di quanti hanno perso la vita e ai feriti». E ancora ha parlato di «barbarie che lascia sgomenti»: come può «il cuore dell' uomo ideare e realizzare eventi così orribili» che sconvolgono la Francia e «il mondo intero»? Il Papa ha definito quanto accaduto «atti intollerabili», «inqualificabile affronto alla dignità della persona umana»: «la strada della violenza e dell' odio non risolve i problemi dell' umanità!». E nel pomeriggio, nella visita alla chiesa luterana di Roma in via Sicilia - presenza centenaria che serve una comunità di 500 fedeli - il Papa è tornato a riferirsi alla strage di Parigi: «Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori». La piazza San Pietro ieri era monitorata da una massiccia presenza delle forze dell' ordine italiane, che curano la vigilanza sulla piazza: il livello di sicurezza sia dentro che fuori le mura è a livelli alti, ma non straordinari, anche se si vanno definendo i piani in vista dell' avvio del Giubileo l' 8 dicembre prossimo, quando Francesco inoltre sarà in piazza di Spagna per la festa dell' Immacolata. Tra la Gendarmeria vaticana e la polizia italiana (oltre che con i servizi di intelligence) si va infittendo il coordinamento, specie sul fronte della prevenzione. Sul tema del terrorismo e i fatti di Parigi, il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, ha ricordato quanto disse Giovanni Paolo II per la guerra del Golfo. «Disse in maniera chiara di no, e in quel momento è stato ridicolizzato da alcuni politici - ha sottolineato Galantino - e vera è anche un' altra cosa: facciamoci la domanda, quale guerra è finita grazie a un' altra guerra? Vogliamo chiederci, con il Papa, chi ci guadagna anche con queste guerre? Chiedo - ha aggiunto Galantino - che al G20 si guardino in faccia e si dicano "chi di noi ha venduto le armi?" Io questo l' ho già detto, e sono stato ridicolizzato, bisogna mettersi alla ricerca di gesti che facciano interposizione, - ha aggiunto il vescovo - ma non lo si fa andando ad armare altre persone». E la Comunità di Sant' Egidio invita tutti, questa sera, a una solenne preghiera per la pace in memoria delle vittime di Parigi. «Occorre reagire al clima di impotenza e di rassegnazione alla violenza, prodotto dagli orribili attentati di venerdì notte nella capitale francese. Come credenti, invitiamo tutti, istituzioni, appartenenti alle diverse confessioni, gente comune, a un partecipato momento di unità».