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Vaticano
Corriere della Sera
(Gian Guido Vecchi) Il Papa dedica la catechesi in San Pietro alla convivialità come «attitudine a condividere i beni della vita e ad essere felici di poterlo fare». L' immagine della convivialità «è la famiglia riunita intorno alla mensa domestica». Ecco: come state a tavola in famiglia? La faccenda è importante, «un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti», fa notare Francesco: «Se in famiglia c' è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito». Il pontefice tocca un punto dolente: «Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia "poco famiglia". Quando i figli a tavola sono attaccati al computer, al telefonino, e non si ascoltano fra loro, questo non è famiglia, è un pensionato». La questione è importante in particolare per i cristiani: «Il Signore Gesù insegnava volentieri a tavola e rappresentava talvolta il regno di Dio come un convito festoso. Gesù scelse la mensa anche per consegnare ai discepoli il suo testamento spirituale, lo fece a cena». Ma oggi «molti contesti sociali pongono ostacoli alla convivialità familiare», considera Francesco: «È vero, oggi non è facile. A tavola si parla, a tavola si ascolta. Niente silenzio, quel silenzio che non è il silenzio delle monache, ma è il silenzio dell' egoismo, dove ognuno fa da sé, o la televisione o il computer... e non si parla. No, niente silenzio. Va recuperata la convivialità familiare, pur adattandola ai tempi». Ma restando fedeli all' essenziale: «La convivialità sembra diventata una cosa che si compra e si vende. La pubblicità l' ha ridotta a un languore di merendine e dolcetti. Mentre tanti, troppi fratelli e sorelle rimangono fuori dalla tavola. Che tristezza...».