Headlines
Loading...
Vaticano
Dedicata alla «Laudato si’» la conferenza internazionale del dicastero per gli operatori sanitari. Le due declinazioni del creato
L'Osservatore Romano
I cambiamenti climatici e l’inquinamento sono potenzialmente la più grande minaccia del ventunesimo secolo alla salute globale. Perciò, a pochi giorni dalla conferenza delle Nazioni Unite sul clima (la Cop21 di Parigi) il Pontificio consiglio per gli operatori sanitari ha deciso di dedicare la sua trentesima conferenza internazionale a una riflessione multidisciplinare sui contenuti dell’enciclica Laudato si’ e sulla ricerca di metodologie e percorsi per rispondere pastoralmente alle esigenze e alle urgenze espresse nel documento.
«La cultura della salus e dell’accoglienza al servizio dell’uomo e del pianeta» è il tema della tre giorni di lavoro che (dal 19 al 21 novembre in Vaticano) vedrà coinvolti oltre cinquecento esperti — teologi, biblisti, medici, scienziati, diplomatici e giuristi — provenienti da quasi sessanta Paesi di tutto il mondo.
Per anticiparne i contenuti, nella mattina di martedì 17 novembre, si è svolto un incontro nella Sala stampa della Santa Sede. A presentare il convegno ai giornalisti sono stati l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu e padre Augusto Chendi, rispettivamente presidente, segretario e sottosegretario del dicastero per la pastorale della salute; con loro, anche Antonio Maria Pasciuto, presidente dell’Associazione italiana medicina ambiente e salute, e Lilian Corra, presidente della Asociación argentina de médicos por el medio ambiente.
Uomo e ambiente, ha detto monsignor Mupendawatu, sono le due «declinazioni del creato». Perciò, come sottolinea la Laudato si’, «la responsabilità per la salute dell’uomo comporta necessariamente anche la tutela e la valorizzazione dell’ambiente».
Così la conferenza — i cui lavori saranno aperti dalla messa celebrata dal cardinale Turkson e dall’udienza con Papa Francesco giovedì 19 — affronterà un ampio spettro di tematiche: cambiamenti climatici, salvaguardia della biodiversità, inquinamento informativo e tecnologico, sperimentazione animale e ogm, stress ambientale e medicina del lavoro, legislazione internazionale sull’ambiente, diritto all’accesso all’acqua potabile, problemi sanitari delle aree urbane e progetti di sviluppo per i Paesi poveri.
È anche questo, ha spiegato l’arcivescovo Zimowski, un modo di capire come «chinarsi verso la persona sofferente», obbiettivo da trent’anni del Pontificio consiglio, e, alla vigilia del giubileo straordinario, «una delle massime espressioni della virtù della misericordia».
L'Osservatore Romano, 18 novembre 2015.