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Corriere della Sera
(Gian Guido Vecchi) Agenti ovunque, controlli moltiplicati, metal detector, e il colonnato del Bernini che ieri mattina abbracciava poche migliaia di persone. È assai raro vedere vuoti in piazza San Pietro durante le udienze generali di Francesco, ma dopo Parigi «è una reazione naturale», spiega il segretario di Stato Pietro Parolin: «Credo sia logico avere paura dopo che quello che è successo solo qualche giorno fa. Un evento che ha sconvolto il mondo, è normale. Dobbiamo però ritornare pian piano alla normalità, perché quello che i terroristi vogliono è proprio cambiarci la vita».
Il Papa, comunque, non cambia certo il suo stile: «Per favore niente porte blindate nella Chiesa, niente, tutto aperto!», ha ripetuto ieri. Certo si è consapevoli della situazione. L' ultimo numero di Dabiq, magazine dell' Isis, minaccia: «Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell' idolatria e i crociati finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano». Non è la prima volta. Ed è «normale», si spiega Oltretevere, che «le misure di sicurezza siano state rafforzate»: ma «non ci si farà paralizzare dalla paura». Il Papa l' 8 dicembre aprirà la Porta santa e ieri ha spiegato che nel tempo presente «la gestione simbolica delle "porte" - delle soglie, dei passaggi, delle frontiere - è diventata cruciale: la porta deve custodire, certo, ma non respingere». Ci sono ancora posti nel mondo «in cui non si chiudono le porte a chiave». Ma «ce ne sono tanti dove le porte blindate sono diventate normali», ha esclamato Bergoglio: «Non dobbiamo arrenderci all' idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società, e tanto meno alla vita della Chiesa. Sarebbe terribile!». Il Giubileo della Misericordia non è in discussione, si attende pure la canonizzazione, forse il 4 settembre 2016, di Madre Teresa di Calcutta. «Nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l' offensiva della misericordia», ha spiegato il cardinale Parolin: «La misericordia è anche il più bel nome di Dio per i musulmani, che possono essere coinvolti in questo Anno santo, come l' ha voluto il Papa».