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Vaticano
Nell’enciclica «Laudato si’» Papa Francesco interroga la coscienza di tutti. Ecumenismo integrale

L'Osservatore Romano
Laudato si’. È un grido di lode e un appello. Attesa da lungo tempo, l’enciclica ecologica di Papa Francesco è stata pubblicata qualche giorno prima (il 18 giugno) dell’estate meteorologica (il 21 giugno). L’accoglimento è stato unanime, a destra e a sinistra, negli ambiti confessionali e in quelli non confessionali. Fedele a un atteggiamento a lui consueto, Francesco getta ponti, tesse legami. Si potrebbe persino dire che “si rivolge a tutti”, se non si temesse che qualcuno colga in questa espressione un sentore di proselitismo.
Se ha seguito i passi di alcuni suoi predecessori (Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), come pure dei patriarchi ecumenici di Costantinopoli (Demetrio e Bartolomeo) da lungo tempo impegnati nella battaglia ecologica (1989), se si ricollega alle intuizioni e alle azioni del Consiglio ecumenico delle Chiese che, a sua volta, non è insensibile al problema, fa però un ulteriore passo e si rivolge a «tutti gli uomini di buona volontà» per parlare loro della «casa comune». Dall’ecumenismo all’universalismo c’è dunque un solo passo, ed ecco varcato il confine. Non si potrebbe allora parlare di “ecumenismo integrale” ridando all’oikoumene la sua vera dimensione? Per far uscire il mondo da una globalizzazione dell’indifferenza, il Papa fa appello alla coscienza universale.
Invita dunque a valutare bene il pericolo che minaccia il nostro pianeta e i danni prodotti dall’utilizzo smodato che l’uomo ne fa: inquinamento, riscaldamento climatico, perdita della biodiversità, senza tralasciare nulla della complessità del problema. E non è tutto: egli ne esamina anche le origini e le conseguenze e non esita a denunciare gli abusi dei Paesi ricchi che mettono in pericolo i Paesi poveri e, in senso più generale ed eminentemente evangelico, delle persone ricche nei confronti di quelle bisognose. È un’enciclica ecologica, ma anche sociale. Le due cose sono inseparabili. Si tratta della terra e della terra abitata, indubbiamente l’oikoumene è ben presente.
A chi si meraviglia di vedere un riferimento alla fede in un documento che si rivolge a «tutti gli uomini di buona volontà» — il che non è comune per un’enciclica — Francesco risponde che la crisi ecologica è così complessa e le sue cause così molteplici che la soluzione non può venire da una sola parte, da un unico modo di interpretare e di trasformare la realtà. Dunque «è necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità». La mobilitazione è totale, impegna tutte le persone e tutta la persona. E il Papa lancia la parola «dialogo»: dialogo tra scienza e religione, dialogo tra religione e filosofia, dialogo con tutti «per cercare insieme cammini di liberazione». Mette però subito tutte le carte in tavola, mostrando fin dall’inizio «come le convinzioni di fede offrano ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle più fragili». E dedica un intero capitolo alla visione biblica della creazione, all’«armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato», segnalando tra l’altro l’«innocenza originaria» ritrovata da Francesco d’Assisi nella sua riconciliazione universale con tutte le creature. Sguardo meravigliato ma al contempo lucido. Aggiungiamo che la fede ci fa vedere in tutti gli uomini e in tutte le donne i membri di un’unica famiglia. L’oikoumene è sempre ben presente.
Nulla viene accantonato. Se la crisi è mondiale, da parte sua l’ecologia è integrale. E questa ecologia riguarda l’ambiente, l’economia, la società, la cultura e la vita quotidiana. La dinamica è decisamente quella del concilio Vaticano II, arricchita da cinquant’anni d’esperienza. Fondamento di un nuovo umanesimo? L’istante è cruciale, il momento favorevole, è un kairos. Occorre vedervi, come fa il filosofo Edgar Morin, «l’atto I di un appello per una nuova civiltà»?
La constatazione è clinica, reale, e anche i rimedi: Francesco espone alcuni orientamenti e linee di azione. La loro attuazione sarà il criterio di autenticità della volontà di cambiare.
L’accoglimento della Laudato si’ è unanime. Che, al di là degli applausi, possa esserlo anche la sua ricezione. Si misurerà in base alle realizzazioni concrete. E queste ultime saranno fatte su piccola come su larga scala. Ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità e sentirsi responsabile di suo fratello, di sua sorella. Cominciamo oggi.

L'Osservatore Romano, 10 novembre 2015.