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(a cura redazione Il sismografo)
(Francesco Gagliano)  Oggi, martedì 17 novembre, alle ore  21.40 circa l'account Twitter in latino di Papa Francsco,  @Pontifex_ln, ha superato i 400.000 followers.
Era il 12 dicembre 2012 quando Papa Benedetto XVI, e quindi la Chiesa cattolica, ha fatto il suo esordio su uno dei più popolari social network: Twitter. Un bel modo per stare al passo con i tempi, o magari un vezzo non indispensabile avrà malignato qualcun altro, fatto sta che l'account @Pontifex ha lanciato il suo primo "cinguettio" in 8 lingue (italiano, francese, spagnolo, portoghese, polacco, tedesco, inglese e arabo) ottenendo subito un grande successo di followers. La popolarità è stata tale da convincere i responsabili ad aprire - il 17 gennaio 2013 - un nono account (1), questa volta optando per una lingua particolare ma molto significativa per un'istituzione come la Chiesa Cattolica: il latino. Tra i 9 account, per numero di follower, quest'ultimo si colloca oggi al settimo posto, quasi alla pari con il francese.
È da dopo il Concilio Vaticano II che il latino ha cominciato a perdere il suo ruolo di lingua principale ed ufficiale della Chiesa; lo spartiacque è la celebre messa di Paolo VI del 7 marzo 1965, quando il pontefice tenne la prima celebrazione eucaristica interamente in italiano nella parrocchia di Ognissanti di Roma; un evento storico, come disse il Papa stesso: "una data memorabile nella storia spirituale della Chiesa, perché la lingua parlata entra ufficialmente nel culto liturgico".
Poco meno di 50 anni dopo Papa Ratzinger più di una volta evidenziò un rinnovato interesse per la lingua latina. Ivano Dionigi ritiene che Benedetto XVI era consapevole "che il latino nella storia è stato la lingua dell’«imperium», dello «studium» e dell’«ecclesia». Inoltre questa lingua ha in sé tre proprietà che trovano corrispondenza nelle caratteristiche della fede: l’eredità, l’universalità e l’immutabilità. Innanzitutto, infatti, essa è stata la lingua dei Padri della Chiesa, la lingua dei teologi, la lingua del diritto canonico, la lingua dei Concili, la lingua della liturgia. Poi è la lingua con cui la Chiesa si è rivolta a tutti i popoli." I. Dionigi aggiunge: "Dico una cosa ben più semplice che può sembrare una dissonanza: Twitter per il latino. Io ricordo questo: ognuno di noi scrive la posta elettronica: quella chiocciolina, @, è l’“at”. Tutti credono che sia inglese, invece è “ad”. Anche la chiocciolina nella posta elettronica è latino! Allora, nessuna contraddizione, come dico, perché tutta la nostra cultura e lingua e anche la tecnologia, sono innervati di questo. E poi, io credo come diceva Petrarca – noi dobbiamo avere costantemente lo sguardo rivolto in avanti e indietro. Noi viviamo di storia: ognuno di noi è storia. E quindi, questo conciliare i due momenti credo che sia vitale."
A questo punto come non ricordare, perché memorabile, l'atto formale di rinuncia di Papa Joseph Ratzinger, la Declaratio, scritta in latino, capita e comunicata per prima al mondo dalla vaticanista Giovanna Chirri (11 febbraio 2013). Non è quindi un caso che il pontificato di Benedetto XVI abbia sancito con l'uso di Twitter una comunicazione del tutto speciale, con questa lingua tanto singolare oggi, quanto di rilevanza storica unica. A molti sembrò una decisione troppo audace e non pochi pensarono ad una operazione desueta. I fatti hanno dimostrato il contrario: il 4 dicembre 2014 il numero di followers (o meglio sectatores) ha raggiunto quota 300.000, e oggi, a tre anni dall'esordio di @Pontifex_ln, sono ormai più di 400.000. 
Un bel successo, non c'è che dire.
Seneca e la moneta unica. Il latino al tempo di Twitter (L'Osservatore Romano, Marcello Filotei)
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(1)  Il primo tweet in latino diceva: “Il tuo ingresso nella pagina Twitter ufficiale del Sommo Pontefice Benedetto XVI è graditissimo”. (“Tuus adventus in paginam publicam Summi Pontificis Benedicti XVI breviloquentis optatissimus est”).