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Spagna
A Barcellona la beatificazione di Frederic de Berga e venticinque confratelli cappuccini. Martiri francescani

L'Osservatore Romano
(Carlo Calloni, Postulatore generale dell’ordine dei frati minori cappuccini) Quando, nella prima parte del XX secolo, in Spagna si scatenò una persecuzione contro la Chiesa, molti religiosi e religiose furono dapprima espulsi dai loro conventi e successivamente uccisi in un crescendo di crudeltà. Durante i giorni tra il 14 e il 16 luglio 1936 i frati minori cappuccini della provincia di Catalogna erano riuniti in capitolo nel convento di San Ana de Sarriá (Barcellona), quando fu dato l’ordine di abbandonare i conventi e di nascondersi in case private per sfuggire alle violenze ormai diventate una vera e propria persecuzione.
Tra il 20 e il 24 luglio del 1936, praticamente tutti i conventi dei frati della Catalogna, a eccezione di quello di Mallorca rimasto nella zona controllata dal generale Francisco Franco, furono saccheggiati e incendiati. Trentasei frati minori cappuccini, sacerdoti e fratelli laici, trovarono la morte. Tra questi, padre Frederic de Berga, insieme con venticinque confratelli, uccisi in odio alla fede e massacrati tra il 28 luglio 1936 e il 24 febbraio 1937, vengono beatificati, sabato 21 novembre, nella cattedrale di Barcellona. Il rito è presieduto dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco. Le elezioni politiche del 1936, pur premiando ancora una volta le due forze politiche allora esistenti in Catalogna, la sinistra repubblicana catalana e la lega catalana, che avevano tentato di lavorare congiuntamente distanziandosi dai radicali, davano un forte consenso agli anarchici. Una volta scoppiata la guerra il potere di fatto passava dal governo della Repubblica a un comitato di milizie antifasciste sotto il controllo degli anarchici. Fu questo comitato il maggior responsabile della persecuzione sistematicamente organizzata contro gli ecclesiastici. La persecuzione e l’uccisione di preti e religiosi continuò fino al maggio 1937 e lasciò la Chiesa in una situazione di clandestinità fino alla fine della guerra, nel 1939. Le chiese furono chiuse e bruciate e l’identificazione di chiunque come religioso significava la morte senza processo. La popolazione stessa era divisa e la paura portava i cittadini a denunciare ai rivoluzionari qualsiasi individuo sospetto. Allo scoppio della persecuzione le fraternità dei cappuccini erano pronte a inviare i frati nelle case di amici o di conoscenti o parenti che si erano offerti di accoglierli. Tutti i frati avevano tagliato la barba e si erano tolti l’abito per poter uscire dai conventi, non pienamente coscienti del pericolo che correvano. Le difficoltà tuttavia erano grandi, perché non ci si poteva rifugiare dai familiari, per ovvi motivi di sicurezza. Alcuni frati riuscirono a lasciare la Spagna, ma altri rimasti in Catalogna, già dal settembre del 1936 avevano organizzato la Chiesa clandestina, che aveva il permesso papale di celebrare senza paramenti e con arredi sacri impropri. La maggior parte però dei frati cappuccini rimasti in Catalogna furono individuati, alcuni nelle case private, altri furono presi per strada o per l’intervento di persone che li avevano denunciati. Quando venivano scoperti erano semplicemente uccisi sul posto, senza processo, solitamente fucilati. Altri furono anche torturati, contusi con il calcio del fucile, costretti a fare lunghi percorsi con i miliziani sulle spalle, umiliati e poi fucilati. Padre Frederic de Berga era stato guardiano, missionario in America centrale e provinciale per un triennio. All’inizio della rivoluzione era guardiano nel convento di Arenys. Dopo essersi nascosto alcuni giorni sui monti, arrivò a Barcellona e partecipò attivamente alla rete clandestina della Chiesa che si stava formando. Poco prima della morte, nel febbraio 1937, calcolava di aver distribuito, sempre con pericolo di vita, circa 1200 comunioni. Celebrava l’Eucaristica in case private, dove si riunivano piccoli gruppi di fedeli. Fu scoperto e catturato durante una perquisizione nella casa dove era stato accolto. Fra i giovani studenti cappuccini assassinati si evidenzia fra Marçal de Villafranca, il più giovane di quattro fratelli frati. Nato il 16 aprile 1917, fu assassinato il 20 agosto 1936: aveva poco più di diciannove anni. Dopo due perquisizioni dei rivoluzionari che stavano cercando i suoi fratelli maggiori, la famiglia decise di trasferirsi in un altro quartiere, ma una vicina li seguì e li denunciò al comitato di zona. Salutando la mamma, disse: «Mamma, non soffrire per quello che mi può accadere. La mia coscienza è in pace con Dio». Fra Modest de Mieres e fra Ángel de Ferrieres erano un anziano teologo e un giovane frate laico che si rifugiarono nella casa di un altro frate. La casa fu sottoposta a varie perquisizioni, durante le quali essi si fecero passare come parenti della famiglia. Fra Ángel avrebbe potuto scappare, ma non volle abbandonare fra Modest e un altro frate, infermo, allettato. Fra Modest compose una preghiera che insieme recitavano tutti i giorni. Denunciati da alcuni vicini, furono arrestati e assassinati nelle vicinanze del convento. Questi pochi cenni ci aiutano a comprendere il tenore della persecuzione, l’accettazione della morte da parte dei frati, o già fin dal principio o anche dopo aver cercato di evitarla o ancor più dopo aver capito che era inevitabile.
L'Osservatore Romano, 21 novembre 2015.