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(a cura Redazione "Il sismografo")
(Francesco Gagliano - Luis Badilla) La Repubblica Centrafricana è uno stato senza sbocco sul mare, confina a nord con il Ciad, a est con il Sudan e il Sudan del Sud, a sud con la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Congo e a ovest con il Camerun; la capitale è la città di Bangui, l’ordinamento è quello di una Repubblica semipresidenziale; la Repubblica Centrafricana è uno dei paesi più poveri della Terra.
Cenni storici. La regione occupata dalla Repubblica Centrafricana è stata abitata fin da tempi antichissimi: vari ritrovamenti testimoniano l'esistenza di antiche civiltà anteriori alla nascita dell'Impero Egizio.

Nella zona si sono susseguiti, nei secoli, vari regni e imperi, fra i quali l'impero di Kanem-Bornu, l'impero uaddai, il regno di Baguirmi. Gruppi fur si sono stanziati nella regione attorno al lago Ciad e lungo l'Alto Nilo. Più tardi vari sultanati rivendicarono la regione dell'attuale Repubblica Centrafricana, utilizzando l'intera area percorsa dal fiume Ubangi come una grande riserva di schiavi, dalla quale essi erano trasportati e venduti nel Nord Africa attraverso il Sahara, soprattutto al mercato del Cairo. Migrazioni di popolazioni nel XVIII e XIX secolo portarono nuove etnie nell'area, come gli asandé, i banda, ed i baya-mandjia.
Epoca coloniale. Gli europei, francesi, e belgi, arrivarono nell'area nel 1885. I francesi consolidarono le loro rivendicazioni "legali" nell'area mediante una convenzione del 1887 con lo Stato Libero del Congo, il quale garantì alla Francia il possesso della riva destra del fiume Ubangi. Due anni più tardi i francesi stabilirono un avamposto a Bangui, e nel 1894, l'Ubangi-Chari divenne un territorio francese. I francesi consolidarono il controllo dell'area solo nel 1903 e stabilirono un'amministrazione coloniale in tutto il territorio. Nel 1906 il territorio dell'Ubangi-Chari fu unificato con la colonia del Ciad; nel 1910 divenne uno dei quattro territori della Federazione dell'Africa Equatoriale Francese (AEF) ovvero gli attuali Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Centrafricana e Ciad. Ben presto il governo francese iniziò lo sfruttamento sistematico del territorio, cedendone in pratica la gestione a compagnie private in cambio di una notevole percentuale sui profitti. Per questo i successivi trent'anni furono segnati da rivolte su piccola scala contro il dominio delle compagnie e lo sviluppo di un'economia basata sulle piantagioni di cotone e le miniere di diamanti, dove la popolazione veniva spesso obbligata a lavorare senza alcun tipo di garanzia e retribuzione. I momenti di ribellione furono tuttavia sempre repressi nel sangue e non ebbero praticamente effetti. Dopo la Seconda guerra mondiale, con l'istituzione dell'Unione Francese nel 1946, si ebbe la prima di una serie di riforme che portarono finalmente alla completa indipendenza di tutti i territori francesi nell'Africa occidentale ed equatoriale.
Indipendenza e nascita della Repubblica. Nel 1946 tutti gli abitanti della AEF si videro garantiti la cittadinanza francese ed il permesso di istituire assemblee locali. La nascita dell'Assemblea nella Repubblica Centrafricana fu fortemente voluta da Barthélemy Boganda (1), un prete cattolico leader del Mouvement d'Evolution Sociale de l'Afrique Noire (praticamente il primo partito politico del paese), che diventò noto anche per le sue esplicite dichiarazioni, nelle Assemblee francesi, sulla necessità di un'emancipazione per l'Africa. Nel 1956 la legislazione francese eliminò alcune diseguaglianze e provvide alla creazione di alcuni organi per l'autogoverno in ogni territorio dell'AEF. Dopo lo scioglimento dell’AEF nel 1958 l'Assemblea centrafricana dichiarò la nascita della Repubblica Centrafricana all'interno della Comunità, con Boganda come capo del governo. Il governo di Boganda durò fino alla sua morte avvenuta in un misterioso incidente aereo nel marzo 1959. Suo cugino, David Dacko, lo rimpiazzò e condusse la Repubblica Centrafricana alla completa indipendenza con la dichiarazione del 13 agosto 1960.
Il periodo dei regimi militari. Nel 1966 il potere fu assunto con la forza dal maresciallo Jean-Bedel Bokassa, autoproclamatosi “imperatore” nel 1976 e destituito nel 1979, quando fu restaurata la repubblica. Il 1981 un nuovo colpo di stato portò al potere il generale Andrè Kolingba. Nel 1991 le pressioni internazionali costrinsero il regime militare ad avviare il processo di democratizzazione e le prime elezioni, nel 1993, segnarono la vittoria del Movimento per la liberazione del popolo centrafricano (MLPC) guidato da Ange-Félix Patassé. Dal 1997 è stata presente nel paese una missione di pace ONU fino al 2002, quando un ennesimo tentativo di colpo di stato è stato represso. I ribelli hanno tuttavia mantenuto il controllo di vaste aree del centro-nord e nel 2003, dopo aver occupato la capitale, il loro capo François Bozizé ha assunto il potere, sospendendo la costituzione del 1995 e sciogliendo l’Assemblea nazionale. Nel 2005 Bozizé ha ristabilito almeno formalmente la legittimità istituzionale indicendo elezioni presidenziali nelle quali si è affermato. 
Dopo il 2013. Il 24 marzo 2013, Bozizé è stato costretto alla fuga dopo la presa della capitale Bangui da parte dei ribelli Seleka. Abbandonata la città, avrebbe raggiunto la Repubblica Democratica del Congo attraversando il fiume Oubangi. In seguito alla caduta di Bozizé e alla sua fuga prima in Repubblica Democratica del Congo e poi in Camerun i ribelli di Seleka hanno deciso di porre uno dei propri leader come Capo di Stato della Repubblica Centrafricana: Michel Djotodia, uno dei più strenui oppositori dell'ex Presidente. Il 10 gennaio 2014 Djotodia si dimette insieme al suo Primo Ministro, e viene nominato Presidente provvisorio Alexandre-Ferdinand Nguendet. Il 20 gennaio 2014 Catherine Samba-Panza, prende il posto di Nguendet, venendo eletta Presidente di transizione della Repubblica Centrafricana grazie al voto del parlamento. In base alla Costituzione approvata con referendum il 5 luglio 2004, il paese è una repubblica semipresidenziale: il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale con mandato di 5 anni, fissa gli obiettivi generali di governo; il Primo Ministro è responsabile nei confronti dell’Assemblea nazionale (composta da 105 deputati eletti con mandato di 5 anni), dalla quale viene scelto. Il sistema giudiziario è basato sul diritto francese.
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(1) Barthélémy Boganda.
È stato il leader politico nazionalista di quella che oggi è la Repubblica Centrafricana. Boganda era attivo prima dell'indipendenza del suo Paese nel periodo in cui la nazione, come parte dell'Africa Equatoriale Francese, era amministrata dalla Francia e si chiamava Ubangui-Shari. È stato dal 1958 al 1959 Primo ministro dell'entità autonoma della Repubblica Centrafricana. Faceva parte del Movimento per l'Evoluzione Sociale dell'Africa Nera ed era un ex prete di religione cattolica. Morì a 48 anni in un disastro aereo alla vigilia delle elezioni, evento che generò diversi sospetti di sabotaggio. È autore del testo de La Renaissance, inno nazionale centrafricano.