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Clima: verso Parigi, senza tagli ai gas serra 100 milioni di nuovi poveri
Misna
Clima: verso Parigi, senza tagli ai gas serra 100 milioni di nuovi poveri
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Senza un concreto taglio alle emissioni dei gas nocivi, la Terra conterà altri cento milioni di poveri entro il 2030: lo sostiene in un rapporto la Banca Mondiale, che ha lanciato l’allarme questo fine-settimana, per fare pressione sui leader mondiali che si sono dati appuntamento a Parigi per la COP21, la XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite (UNFCCC) sui cambiamenti climatici.
Obiettivo della Conferenza, che si terrà dal 30 novembre all’11 dicembre - è raggiungere, per la prima volta in vent’anni, un accordo vincolante e universale sul clima per mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C rispetto all’era preindustriale (1850 circa): un’intesa che vada a sostituire il Protocollo di Kyoto - redatto nel 1997 e mai ratificato dagli Stati Uniti – scaduto nel 2012 ma esteso fino al 2020 (Kyoto 2). L’impatto di una sensibile riduzione dei gas nocivi – osserva la Banca Mondiale - sarebbe particolarmente grave per l’Africa, dove i mutamenti climatici potrebbero scatenare un nuovo aumento dei prezzi dei generi alimentari: “Questo sarebbe un colpo molto duro per una regione dove il consumo alimentare delle famiglie più povere rappresenta oltre il 60% delle loro spese”. Rilevanti le conseguenze negative anche per il sud-est asiatico: secondo lo studio nella sola India, i mutamenti climatici potrebbero gettare oltre 45 milioni di persone in estrema povertà. Al livello planetario, un aumento del riscaldamento globale oltre i 2°C potrebbe aumentare del 5% il numero degli abitanti esposti al paludismo (150 milioni di persone). “A lungo termine, solo un azione internazionale immediata e sostenuta, mirata a ridurre le emissioni mondiali di gas a effetto serra, permetterà di preservare milioni di persone dalla povertà” afferma la Banca Mondiale esortando i paesi ricchi a sostenere il Sud del mondo per finanziare misure capaci di mitigare l’impatto dell’aumento della temperatura superficiale del pianeta. Il messaggio è stato rivolto in particolare ai ministri di una sessantina di paesi che da ieri sono a Parigi per accelerare i negoziati su un accordo globale, in vista dell’avvio del summit che nel giorno di apertura, il 30 novembre, attende la partecipazione di un centinaio di capi di Stato e di governo, fra cui i leader statunitense, cinese e russo. “È la vita stessa del pianeta che è in gioco” ha detto in apertura dei lavori, che proseguiranno fino a domani, il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius, sottolineando la necessità di uno sforzo collettivo. Sta di fatto che alla Cop 21 ci si presenta in ordine sparso: circa un quarto dei partecipanti (49 su 195) non ha infatti presentato il proprio piano entro la ‘deadline’ del 1° ottobre.
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