Messico
Papa Francesco accanto alle popolazioni che più soffrono la crisi messicana. Morelia, Ciudad Juárez e San Cristóbal de Las Casas: città dove a volte "la speranza tace"
(a cura Redazione "Il sismografo")
Papa Francesco accanto alle popolazioni che più soffrono la crisi messicana. Morelia, Ciudad Juárez e San Cristóbal de Las Casas: città dove a volte "la speranza tace"
(a cura Redazione "Il sismografo")
(Francesco Gagliano) Anche se il Programma ufficiale della Visita di Papa Francesco in Messico sarà pubblicato il 12 dicembre, giorno della solennità de Nuestra Señora de Guadalupe, ormai è certo che le città che visiterà sono: la capitale, Ciudad de México, Morelia, Ciudad Juárez e San Cristóbal de Las Casas. In questi luoghi Francesco conoscerà, dalla testimonianza dei cittadini, le principali ferite che questa Nazione sta patendo da molti anni. A San Cristóbal de Las Casas (Chiapas), dove fu vescovo mons. Samuel Ruiz, ricordato come "padre e difensore degli indios", il Papa s'immergerà nella grande tragedia della popolazione aborigena (raggruppata in 62 etnie che rappresentano complessivamente tra il 12 e il 16% - ma alcune fonti parlano del 18% - della popolazione).
Il Chiapas è uno degli stati più poveri e sottosviluppati del Paese e proprio qui è sorto nel 1994 il famoso Esercito Zapatista come risposta politica (e armata) alle condizioni di emarginazione dei popoli autoctoni. Quando il Papa visiterà Morelia (Michoacán) metterà piede in uno degli Stati più violenti del Messico dove da anni si registra una sorta di "guerra civile" tra le bande dei cartelli del narcotraffico e le cosiddette "Milizie civiche di Autodifesa". La rivista Analisi/Difesa ricorda: "Un movimento sorto dal basso cha ha portato, nel corso del 2013, all’espulsione degli elementi del cartello dei Cavalieri Templari da una decina di municipi del Michoacán. La polizia locale di queste municipalità, nota soprattutto per la sua corruzione e connivenza con i criminali, è stata disarmata e gli elementi dell’autodifesa civica ne hanno preso il posto costituendo posti di blocco e di controllo sulle statali di accesso alle località che sono state ‘liberate’. In tutti questi centri sono stati posti dappertutto cartelli con la scritta ‘zona libera dai Templari’. In oltre un anno i narcotrafficanti hanno causato nel Michoacán quasi mille morti, uno spaventoso bilancio che ne ha fatto uno dei territori con il più elevato tasso di morti per omicidio di tutto il Paese. Per farsi un’idea del livello brutale di violenza basta ricordare che nel luglio 2013 qui venne ucciso il vice-ammiraglio Carlos Miguel Salazar, il più alto grado militare caduto nel conflitto in corso tra lo Stato messicano e i signori della droga." Nel corso della visita a Ciudad Juárez (Chihuahua) Papa Francesco vedrà invece il dolore sconfinato di migliaia di persone costrette, da decenni, a migrare negli Stati Uniti con la speranza di avere un futuro e di poterlo garantirlo anche alle proprie famiglie. Il Pontefice, in questa città di confine tra i due Paesi, toccherà "la carne di Cristo" che si riflette nel dramma dei flussi migratori spesso manipolati e sfruttati dai narcotrafficanti, dai trafficanti di armi e dai capi di ogni tipo di delinquenza. In questa città,oltre alle violenze incrociate tra i diversi cartelli dei narcos che tuttora seminano la strada di morti ammazzati, conoscerò la tragedia dei femminicidi. Lo scorso 12 ottobre abbiamo scritto: "Ciudad Juárez si trova sulle rive del Rio Grande di fronte alla città texana di El Paso e, di fatto, le due città formano un'unica area metropolitana binazionale di circa due milioni e mezzo di persone (la più grande area metropolitana binazionale dopo quella di Tijuana-San Diego). Questa città, la quinta più grande del Messico e centro industriale con un forte sviluppo, da molti anni è al centro della stampa non solo per la drammatica questione dei migranti che dall'America Latina provano ad entrare negli USA (spesso sotto la guida di bande criminali del narcotraffico, del traffico di armi e della delinquenza comune), ma anche - e forse soprattutto- per un'ondata di femminicidi misteriosi che dal 1994 ad oggi è costata la vita a più di 500 donne. Un fenomeno identico si registra in altri luoghi dello Stato di Chihuahua, e le cifre sono sempre di molte decine. Ciò che appare più sconvolgente in questa vicenda è la giovane età delle vittime (tutte tra i 13 ed i 27 anni) e la quasi totale indifferenza dello Stato nei confronti di quello che le associazioni di donne messicane non esitano a definire un genocidio di genere. Da anni realtà come quella di "Justicia para nuestras hijas" si battono per cercare la verità e denunciare le autorità locali per inadeguato impegno ed attenzione nella risoluzione dei casi; spesso le stesse forze di polizia sono coinvolte con la criminalità organizzata o non indagano per casi che riguardano persone di bassa estrazione sociale, e tale è il ceto delle vittime che insaguinano Ciudad Juàrez da ormai vent'anni. La visita di Papa Francesco in quei luoghi avrà, quasi sicuramente, come scopo quello di esprimere la vicinanza della Chiesa alle famiglie delle vittime ed alle istituzioni che stanno facendo tutto il possibile per far luce su questa inquietante vicenda; ma anche per spronare le autorità a dimostrare di voler fermare questa strage di innocenti."
Il Chiapas è uno degli stati più poveri e sottosviluppati del Paese e proprio qui è sorto nel 1994 il famoso Esercito Zapatista come risposta politica (e armata) alle condizioni di emarginazione dei popoli autoctoni. Quando il Papa visiterà Morelia (Michoacán) metterà piede in uno degli Stati più violenti del Messico dove da anni si registra una sorta di "guerra civile" tra le bande dei cartelli del narcotraffico e le cosiddette "Milizie civiche di Autodifesa". La rivista Analisi/Difesa ricorda: "Un movimento sorto dal basso cha ha portato, nel corso del 2013, all’espulsione degli elementi del cartello dei Cavalieri Templari da una decina di municipi del Michoacán. La polizia locale di queste municipalità, nota soprattutto per la sua corruzione e connivenza con i criminali, è stata disarmata e gli elementi dell’autodifesa civica ne hanno preso il posto costituendo posti di blocco e di controllo sulle statali di accesso alle località che sono state ‘liberate’. In tutti questi centri sono stati posti dappertutto cartelli con la scritta ‘zona libera dai Templari’. In oltre un anno i narcotrafficanti hanno causato nel Michoacán quasi mille morti, uno spaventoso bilancio che ne ha fatto uno dei territori con il più elevato tasso di morti per omicidio di tutto il Paese. Per farsi un’idea del livello brutale di violenza basta ricordare che nel luglio 2013 qui venne ucciso il vice-ammiraglio Carlos Miguel Salazar, il più alto grado militare caduto nel conflitto in corso tra lo Stato messicano e i signori della droga." Nel corso della visita a Ciudad Juárez (Chihuahua) Papa Francesco vedrà invece il dolore sconfinato di migliaia di persone costrette, da decenni, a migrare negli Stati Uniti con la speranza di avere un futuro e di poterlo garantirlo anche alle proprie famiglie. Il Pontefice, in questa città di confine tra i due Paesi, toccherà "la carne di Cristo" che si riflette nel dramma dei flussi migratori spesso manipolati e sfruttati dai narcotrafficanti, dai trafficanti di armi e dai capi di ogni tipo di delinquenza. In questa città,oltre alle violenze incrociate tra i diversi cartelli dei narcos che tuttora seminano la strada di morti ammazzati, conoscerò la tragedia dei femminicidi. Lo scorso 12 ottobre abbiamo scritto: "Ciudad Juárez si trova sulle rive del Rio Grande di fronte alla città texana di El Paso e, di fatto, le due città formano un'unica area metropolitana binazionale di circa due milioni e mezzo di persone (la più grande area metropolitana binazionale dopo quella di Tijuana-San Diego). Questa città, la quinta più grande del Messico e centro industriale con un forte sviluppo, da molti anni è al centro della stampa non solo per la drammatica questione dei migranti che dall'America Latina provano ad entrare negli USA (spesso sotto la guida di bande criminali del narcotraffico, del traffico di armi e della delinquenza comune), ma anche - e forse soprattutto- per un'ondata di femminicidi misteriosi che dal 1994 ad oggi è costata la vita a più di 500 donne. Un fenomeno identico si registra in altri luoghi dello Stato di Chihuahua, e le cifre sono sempre di molte decine. Ciò che appare più sconvolgente in questa vicenda è la giovane età delle vittime (tutte tra i 13 ed i 27 anni) e la quasi totale indifferenza dello Stato nei confronti di quello che le associazioni di donne messicane non esitano a definire un genocidio di genere. Da anni realtà come quella di "Justicia para nuestras hijas" si battono per cercare la verità e denunciare le autorità locali per inadeguato impegno ed attenzione nella risoluzione dei casi; spesso le stesse forze di polizia sono coinvolte con la criminalità organizzata o non indagano per casi che riguardano persone di bassa estrazione sociale, e tale è il ceto delle vittime che insaguinano Ciudad Juàrez da ormai vent'anni. La visita di Papa Francesco in quei luoghi avrà, quasi sicuramente, come scopo quello di esprimere la vicinanza della Chiesa alle famiglie delle vittime ed alle istituzioni che stanno facendo tutto il possibile per far luce su questa inquietante vicenda; ma anche per spronare le autorità a dimostrare di voler fermare questa strage di innocenti."