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Italia 
Mons. Sigalini: "Io, vescovo, ho scelto la povertà e ora vivo da ospite dei fedeli"
Repubblica
(Paolo Rodari)  «Francesco fin da subito ha parlato della necessità che il vescovo abbia l' odore delle pecore. Io ho deciso di fare mia questa indicazione. Da diciannove mesi non abito più nel palazzo vescovile ma nelle case messemi a disposizione dai parrocchiani. Ogni mese ne cambio una, cercando di trascorrere del tempo vicino ad ogni parrocchia». Per monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, una «Chiesa povera per i poveri » significa abbandonare le proprie certezze «per andare a portare il Vangelo ovunque».
Eccellenza, cosa pensa delle notizie dei grandi appartamenti dei cardinali della curia romana e dei soldi spesi per ristrutturarli? «Guardi, a scanso di equivoci: credo che nelle notizie diffuse vi sia tanta ipocrisia. Quelli sono appartamenti che hanno secoli di storia. E appartamenti così quando li si vuole ristrutturare costano parecchio. Anche il mio a Palestrina meriterebbe un restauro. Il costo è importante ma la struttura ha anche un valore e, dunque, a volte si può anche spendere per salvare immobili che sono un patrimonio ». Però lei ha scelto di vivere in semplici mansarde o addirittura nei sotterranei che le hanno dato i fedeli. «Sì, ma nella curia romana la maggior parte dei cardinali che vive in grandi appartamenti non lo fa per agio o per ostentazione della ricchezza. E poi conosco tanti di loro che i fine settimana vengono nelle zone intorno a Roma ad aiutare. Ad esempio, ho custodito a Palestrina le foto del cardinale Pietro Parente, oggi scomparso, che i fine settimana aiutava nelle parrocchie qui intorno, anche lavorando con la carriola per lavori che nessuno voleva fare». Cosa pensa dell' appartamento del cardinal Bertone? «Conosco Bertone e so per certo che non ha fatto nulla di illegale. Intorno a lui si concentrano calunnie ingiustificate». Perché lei ha scelto di vivere fra la gente? «Volevo evitare che le consuete visite parrocchiali si esaurissero in una giornata in cui il vescovo dice una messa e i fedeli lo ascoltano senza di fatto poterlo conoscere. Invece, abitando per un mese nelle case dei parrocchiani, vicine alla parrocchia ma non in canonica, posso dedicare alla gente tanto tempo, conoscere moltissime persone, ascoltare ciò che hanno da dirmi, essere davvero un pastore vicino ai loro problemi e alle loro esigenze. Per vivere, infondo, basta una stanza, non c' è bisogno di molto di più».