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Francia
I matrimoni interconfessionali. Contributi al cammino comune
L'Osservatore Romano
(Riccardo Burigana) Quale posto occupano oggi i matrimoni interconfessionali fra i vari aspetti del dialogo ecumenico? È stata la domanda al centro del convegno intitolato Foyers mixtes, l’audace d’ouvrir des pistes nouvelles, tenutosi a Lione il 7 e l’8 novembre e organizzato dall’Association française des foyers mixtes interconfessionnels chrétiens (Affmic) che da un decennio opera in Francia per favorire una riflessione su ricchezza e complessità dei matrimoni tra coniugi di confessioni cristiane diverse, a partire dall’esperienza di queste coppie nella vita quotidiana delle comunità locali. L’Affmic è nata non solo per dare voce a queste realtà ma anche per promuovere l’ecumenismo della conoscenza e della condivisione attraverso l’esperienza dei matrimoni interconfessionali.
Nel corso degli anni l’associazione si è fatta portavoce di una serie di proposte pastorali per aiutare a comprendere come l’esperienza dei matrimoni interconfessionali, che per secoli è stata avversata e temuta, debba essere considerata una straordinaria opportunità per approfondire la dimensione ecumenica della testimonianza della fede in Cristo; impegno apparso ancora più evidente nel momento in cui è cresciuto il numero dei matrimoni interconfessionali, con una profonda modifica nella composizione della coppia. Almeno in Francia è ormai tramontata infatti la stagione nella quale, quando si parlava di matrimoni interconfessionali, si faceva riferimento a unioni tra un cattolico e una protestante o viceversa; nella situazione presente si registra un crescente numero di matrimoni interconfessionali nei quali uno dei coniugi è di tradizione ortodossa e al tempo stesso sono sorte nuove dinamiche all’interno dei matrimoni, per altro non numerosi, tra coniugi di confessioni evangeliche diverse. A Lione si è discusso sul posto da assegnare a queste nuove esperienze di famiglia cristiana, con l’obiettivo di definire una pastorale che sia veramente ecumenica, nel tentativo di rilanciare la missione dell’annuncio dell’evangelo; si tratta di un passaggio particolarmente importante alla luce del dibattito nella società civile e nelle Chiese su cosa si debba intendere per famiglia e per matrimonio.
Per i partecipanti al convegno non è stato facile tracciare una strada, sulla quale procedere «tra timidezza e audacia», per riaffermare i valori cristiani. L’Association française des foyers mixtes interconfessionnels chrétiens ha scelto di fare riferimento a quanto discusso negli due ultimi sinodi dei vescovi della Chiesa cattolica. Particolarmente efficace, per favorire una riflessione ecumenica, è stata la scelta di affidare alla teologa Valérie Duval-Pujol, delegata dell’Alleanza mondiale battista al sinodo del 2014 (dedicato alle sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione), la presentazione della dimensione biblica della famiglia, così come emersa nelle assemblee. La teologa ha messo in evidenza punti di contatto e differenze tra le confessioni cristiane proprio nella lettura delle sacre Scritture e nella loro interpretazione su questi temi.
A Lione l’Affmic ha inoltre riflettuto sulla centralità di una catechesi ecumenica in grado di proporre l’essenzialità del cristianesimo, valorizzando le diverse tradizioni cristiane a partire dall’esperienza delle coppie interconfessionali. Si è fatto anche il punto sul progetto di redazione di una preghiera eucaristica comune, sulla quale sta lavorando a Parigi un gruppo di foyers mixtes, nella convinzione che essa possa rappresentare un passaggio particolarmente significativo per il movimento ecumenico in Francia. Matrimoni interconfessionali, dunque, come espressione di accoglienza e di dialogo, come testimonianza di fecondità evangelica e del vivere la diversità dei doni nell’unità della fede in Cristo.
L'Osservatore Romano, 10 novembre 2015.