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Congo (Rep. Dem)
 I vescovi della Repubblica Democratica del Congo. Dialogo nel rispetto della Costituzione
L'Osservatore Romano
“No” a periodi di transizione e creazione di istituzioni straordinarie, “sì” al dialogo politico nel pieno rispetto della Costituzione in vigore. Si può riassumere così la posizione espressa dall’episcopato della Repubblica Democratica del Congo di fronte alla proposta del capo dello Stato, Joseph Kabila, di aprire un tavolo di discussione con le forze politiche e sociali del Paese.

La proposta del presidente della Repubblica è arrivata nel momento in cui, dopo il rinvio a data da destinarsi delle elezioni locali, si moltiplicano le preoccupazioni sul futuro del Paese. Il rinvio del voto, infatti, avrebbe dovuto aprire la via a una serie di consultazioni in vista delle presidenziali del novembre 2016. Uno slittamento, però, che è visto dall’opposizione soprattutto come un tentativo di far restare il capo di Stato al potere anche dopo la fine del suo secondo mandato, l’ultimo attualmente consentito dalla Costituzione.
Nel messaggio della Conferenza episcopale, firmato dal presidente, il vescovo di Tshumbe Nicolas Djomo Lola, si ricorda che «il dialogo è la strada regale e pacifica per uscire dalla crisi. È un elemento costitutivo di ogni sistema democratico». Tuttavia, aggiungono i presuli, «abbiamo la necessità di sottolineare che il dialogo deve svolgersi nel rispetto assoluto del quadro costituzionale e istituzionale vigente. Procedere altrimenti comporterebbe il pericolo, dalle conseguenze incalcolabili per la nazione, di riaprire il dibattito sulla revisione o il cambiamento della Costituzione nei suoi articoli bloccati o, in ogni caso, di prenderne in considerazione la possibilità». Per questo motivo, dunque, i presuli chiedono innanzitutto che «le scadenze elettorali siano rispettate», che «non sia organizzata alcuna transizione, perché contraria alla Costituzione», e che «non sia creata nessuna istituzione straordinaria».
Il documento si conclude con un appello alla comunità internazionale perché «mantenga il suo sostegno al processo elettorale in corso e sia garante delle conclusioni del dialogo nazionale, in modo da evitare nuovi blocchi, che potrebbero risultare dalla cattiva fede di una o dell’altra parte». Per quanto concerne le consultazioni del 2016, l’episcopato cattolico aveva proposto un calendario elettorale così scadenzato: elezioni provinciali, legislative e presidenziali. Ma visti anche i gravi problemi organizzativi e finanziari del Paese, i vescovi propongono di posporre le elezioni locali al 2017 per dare precedenza a quelle legislative e presidenziali.
L'Osservatore Romano, 18 novembre 2015.